domenica 18 settembre 2022

Dizionario dell'esoterismo. Analogia

 Dizionario dell'esoterismo

Analogia


Pensiero analogico


Zohar

La conoscenza per analogia è la via regia del cammino esoterico. Benché la cosmogonia, l'antropologia e la teogonia esoteriche interferiscono tra loro, lo studio analogico dei fenomeni, degli esseri e degli dei, ci introduce immediatamente nel campo della loro corrispondente regolare. Così il Sole che attraverso i dodici segni dello Zodiaco corrispondono all'evoluzione dell'uomo. <<L'anno, la vita umana, il giorno, il mese, sono analogici, dice Papus (pseudonimo di Gérard Encausse 1865-1916). La processione del punto venale e il suo percorso sull'eclittica richiedono 72 anni per ogni grado, cioè 25.920 anni per una involuzione completa. Il ritmo vitale è di 72 battiti cardiaci al minuto, e si contano in quelle 25.920 atti respiratori al giorno.   
Il mondo delle analogie è un mondo del senso, in cui ogni circostanza ha con le altre elle relazioni qualitative che la sola esperienza sensibile o la sola esperienza sensibile o la sola dimostrazione non bastano a rivelare. Ciò equivale ad affermare la differenza del rapporto con gli oggetti naturali e la specificità del sapere proprio alla conoscenza iniziatica rispetto a quella della conoscenza scientifica. L'analogia implica la similitudine dei rapporti, con l'identità materiale degli oggetti in questione. Essa di conseguenza associa non dei segni, degli eventi isolati, ma delle serie di relazioni degli insiemi di cui si rivelano la strutture isomorfe attraverso il confronto interno dei rapporti tra i loro elementi. L'analogia è la chiave fondamentale di qualsiasi indagine esoterica, perché lo strumento operativo, più adatto all'ordine ontologico stesso in base all'ordine gnoseologico. Il mondo è un'architettura di livelli di significato che rimandano gli uni agli altri riflettendosi indefinitivamente in un gioco di specchi. La Tavoletta di Smeraldo, gioiello degli ermetisti almeno dal Medio Evo, non ha smesso di fare da supporto sia alle analisi della cabala cristiana, sia alle operazioni alchemiche di Basilio Valentino, di Alberto Magno, di Ruggero Bacone, di Raimondo Lullo, che si dichiarano discepoli di Ermete Trismegisto. Vi afferma risolutamente l'universalità della legge analogica nei tre livelli della coscienza umana e la similitudine di rapporti tra alto e basso: 
<<E' vero senza menzogna, moto veritiero, 
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto.
E' ciò che è in alto è come ciò che è in basso.
per fare dei miracoli di una sola cosa...>>
La realtà una e universale del principio si esprime in quanto forza di tutte le forze (télema) nei tre livelli di espressione del campo della coscienza, divina, spirituale e fisico, il che spiega le ridondanze iniziali della verità triplice e una. L'alto e il basso implicano tutto un sistema generale di corrispondenza tra alto e basso, quali che essi siano purché si sappia associare l'alto al suo basso e viceversa. Così l'astrologia scandisce in alto il corso dei fenomeni storici che si svolgono in basso analogamente, il piano della cosmogonia corrisponde alla trasmutazione alchemica dei metalli. 
Citeremo, prima della cabala cristiana l'alto, Kether è come Malkut, il basso, il che può tradursi antropologicamente dapprima nella corrispondenza magica tra spirito e corpo dell'uomo, poi, sul piano cosmologico nei rapporti tra spirito e materia <<sul piano teosofico nell'analogia tra Dio e uomo. 
La Genesi stessa individua Dio e l'uomo attraverso l'effetto analogico di un rapporto creativo <<Dio disse: facciamo l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo ha creato, li ha creati uomo e donna>>. 
I commenti dello Zohar di questa creazione dell'uomo a immagine e somiglianza di Dio mettono in evidenza, a tre riprese, il suo significato analogico. Il principio di Ermete Trismegisto vale anche qui. <<Il mondo di quaggiù è fatto sulla base di quello di lassù: così è stato fatto perché tutto sia ridotto in unione perfetta.. Ricordate che il Santo che ia benedetto, ha creato il primo uomo nello stesso modo in cui ha creato il mondo. 
Dato che Dio si esprime sia come Jehova sia come Elohim, egli ha creato l'uomo a sua immagine in primo luogo, a sua somiglianza in secondo luogo. In quanto Jehova, l'ha creato maschio, luminoso come lui, come Padre: è il lato destro dell'uomo. Inquanto Elhoim, nell'espressione facciamo l'uomo>>, l'ha creato a sua somiglianza, così donna come la Madre stessa i modella sul germe ma sviluppandolo, gli aggiunge qualche altra cosa, la somiglianza presuppone la distanza dello sguardo rispetto al modello puro, che risulta così oscurato. E' il lato sinistro dell'essere umano. Si tratta sicuramente dell'uomo dell'Emanazione o dell'uomo dall'alto, che ha quindi due volti o due polarità, come Dio stesso Padre e Madre. 
<<L'eterno Dio formò l'uomo dalla polvere alla terra, soffiò nelle su narici un soffio di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Lo Zohar indica che si tratta dell'imposizione dell'impronta di Dio, attraverso cui la Piccola Figura riflette i tre cervelli dell'Antico degli Antichi, o Grande Figura.  
La creazione dell'uomo corrisponde così alla creazione di un'immagine dentro un'altra. L'Antico degli antichi' è la 'Piccola Figura' sono na sola e medesima cosa... L'uomo diviene allora il suo riassunto vivente della creazione, perché presenta un'analogica di essenza con l'anima del Tutto. <<La riproduzione più simile all'originale è l'immagine dell'uomo. Tutti i mondi dell'alto e del basso sono compressi nell'immagine di Dio.>> L'uomo è l'unione dell'alto e del basso, il loro trait d'union, il paradigma stesso della creazione. <<Il Santo, che sia benedetto, creò l'uomo imprimendogli l'immagine del Tutto; è questa immagine che il Santo che sia benedetto, guardò quando creò il mondo così come tutte le sue creature. Questa immagine è la sintesi di tutti gli spiriti in alto e in basso, senza alcuna separazione; è la sintesi di tutte le Sefirot, di tutti i loro epiteti e di tutte le loro denominazioni.>>
La cabala offre un triplice esempio della struttura analogica del mondo di Dio e dell'uomo>>. 
L'analogia costituisce la chiave di una cosmologia, così essa fornisce anche la struttura propria a una logica del mondo della conoscenza iniziatica, fondata sull'intuizione e sul confronto delle totalità simboliche aperte le une alle altre, fondata sull'intuizione e sul confronto delle totalità simboliche aperte le une alle altre. E' tipico del pensiero analogico il fatto di distinguersi del pensiero ipotetico-deduttivo, articolato nella dimostrazione, nei principi di identità, di non contraddizione e del terzo escluso. Il pensiero analogico procede per induzione, nel senso che cerca la generalità dei rapporti negli eventi che esso si sforza più di interpretare che di spiegare attraverso la casualità fenomenica. Il suo progetto consiste, nel mettere in luce l'intelligibilità dei fenomeni nello spazio e nel tempo, quanto piuttosto nell'evidenziare i segni di una ragione di per se stessa sufficiente, e non solo necessaria. La sua vocazione è dunque di cogliere l'ordinamento delle cose e degli esseri, le loro finalità, le loro correlazioni intrinseche. 
Il pensiero analogico, sotteso tanto ai miti quanto ai testi sacri, implica il principio della corrispondenza dei suoi oggetti, mentre il principio d'identità non rende conto che della sola singolarità fisica. Il simbolo conserva la sua propria specificità, in quanto l'analogia non si riduce all'identità o all'equivalenza delle cose, in compenso la sua relazione con il sistema in cui si inserisce allarga il messaggio che esso trasmette al di là di ciò che esso stesso è e del proprio sistema di riferimento. 
Il pensiero analogico mira quindi alla <<esperienza concreta della molteplicità dei significati dell'essere>>, dice René Alleau. E' dunque un processo di esplorazione, che implica l'apertura radicale delle totalità intenzionali su cuinsi basa. E' interessante la parentela tra il 'telema'  di Ermete e 'i concetti di tipo mana' del pensiero mitico di cui parla l'antropologo Claude Levy-Strauss.  Se C. Levy-Strauss vede in questo debordare del significante, che egli chiama 'significante fluttuante', un <<servaggio di ogni pensiero finito>> perché <<l'universo aveva significato assai prima che i cominciasse a sapere che cosa significasse>> a noi sembra, che l'analogia, attraverso il sovrappiù sperimentale e concettuale>> che introduce, e che non esaurisce la logica dei sistemi chiusi centrati sull'identità dei segni, rappresenta un versante essenziale del pensiero, ivi compreso il pensiero scientifico, la cui dinamica è infatti sottesa la didattica della contraddizione attiva dell'analogia e della deduzione matematica. 
L'esecuzione del pensiero analogico del campo scientifico ha origine dalla frattura galileo-cartesiana tra il mondo e la gnoseologia degli antichi e dei moderni. E' proprio una critica del carattere inaccettabile dell'analogia tra corpo, spirito e Dio a spingere il mondo moderno a escludere la cosmologia del Medio Evo e pertanto tutta la conoscenza simbolica. Se l'idea di Dio può ancora essere derivata per analogia dall'idea del nostro intelligere, non vi è alcun nesso analogico tra la conoscenza di Dio e del mondo. <<E' come se diceste che non abbiamo alcuna facoltà di udire, ma che attraverso la sola vista dei colori, noi perveniamo alla conoscenza dei suoni. Si può infatti dire che vi siano una analogia o un rapporto maggiori tra i colori e i suoni che tra le cose corporee e Dio. 
Solo la razionalità matematica, fondata in Dio, definisce la realtà obiettiva della natura. 
Quest'ultima resta una finzione del carattere fondante dello spirto. Il fisico Albert Einstein dichiarerà che <<la cosa più incomprensibile è che il mondo sia comprensibile. Gli sviluppi della scienza contemporanea, si tratti dell'antropologia strutturale di una società o si tratti dello sforzo di una teoria unitaria dei campi, introducono nuovamente il concetto di analogia come strumento operativo della loro indagine.  Anche se i modelli sono destinati ad essere superati è accaduto nella fisica per i modelli di Niels Bohr (1885-1962) ed Ervin Schroedinger (1887-1961) che rappresentavano, la struttura dell'atomo riferendosi al sistema solare, resta il fatto che l'immaginario ha una relazione diretta con l'assiomatica, come ha dimostrato il filosofo ed epistemologo Gaston Becherard, per sostenerla e ampliarla o per esplorare le vie del possibile. 
La realtà è che l'analogia introduce nelle procedure scientifiche la sua apertura e la sua esigenza di unificazione. <<L'unificazione analogica è sempre necessariamente incompleta, perché non raggiunge mai, per definizione, un'identificazione totale. Pertanto essa resta sempre aperta aò gioco reciproco delle parti consecutive e dei rapporti mutevoli dei sovrappiù sperimentali e concettuali tra totalità concrete. Il processo dinamico dell'analogia trova cos il suo posto legittimo all'interno di ogni processo dialettico. 
L'analogia, aprendo l'uomo al mondo, tanto attraverso la conoscenza oggettiva delle leggi dell'universo, riveste un'importanza di primo piano nell'interpretazione esoterica tanto dei fini ultimi dei destini umani, quanto della storia epistemologica della conoscenza umana. 




venerdì 16 settembre 2022

Dizionario dell'esoterismo. Alchimia

 Dizionario dell'esoterismo

Alchimia


Solve et coagula

Scopo dell'alchimia è l'ottenere la Pietra Filosofale, che permette di trasmutare i metalli in oro. Scienza esoterica, essa associa in uno stesso processo una cosmologia e una spiritualità attive: la trasformazione della coscienza dell'adepto nei suoi rapporti mediante la quale l'alchimia cerca di realizzare nel regno della natura (minerale, animale, vegetale), ma perfezionandolo, il processo di putrefazione e di rigenerazione che accompagna la vita stessa. La Grande Opera (Magnum Opus) alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale. La Grande Opera (Magnum Opus) alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale, La Grande Opera fisica e la Grande Opera mistica sono analoghe, ma nient'affatto identiche. Aver realizzato la seconda vuol dire poter realizzare sovranamente la prima; avre realizzato la prima vuol dire sapere quale cammino può condurre alla realizzazione della seconda, ma non significa necessariamente aver percorso quel cammino. E' una differenza che ha un'importanza capitale. E' la differenza che consiste nel dare, nella pratica alchemica, la priorità alla rigenerazione spirituale (ergon) chiave della trasmutazione dei metalli (parergon). 
Questa differenza è ciò che permette di distinguere l'alchimia da tutte le pratiche metallurgiche, spagiriche, archimiche, anch'esse note fin dalla più remota antichità, ma operanti su minerali o piante senza tener conto di tutta la dimensione esoterica e sacra proprio dell'alchimia. 
L'alchimia è, un'arte divina, il che vieta per principio di farne la preistoria della chimica. Fulcanelli, maestro esoterico del XIX secolo, dimostra che <<...la vera antenata della nostra chimica è l'antica spagirica, e non la scienza ermetica stessa>>. Il sacro vi ha un ruolo preponderante, che può essere rivelato o trasmesso solo in un linguaggio in codice: l'alchimia parla 'la lingua degli uccelli', e la 'gaia scienza', non un insieme di ricette empiricamente definite. 
L'alchimia solleva il problema della sua terminologia. Lo studioso Serge Hutin dice che <<l'alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto>>. Questo segreto è velato da una terminologia che dissimila i suoi oggetti dietro concetti provenienti da vari registi simbolici (astrologia, cabala, eccetera) di cui deve essere di volta in volta determinata la corrispondenza. Lo stesso linguaggio alchemico ricorre, oltre a tutto a una miriade di procedimenti retorici volti a scoraggiare la comprensione letterale del senso dei testi: rebus, acrostici, assonanze, <<L'alchimia è dunque a questo titolo una cabala ermetica fornita di quella che gli antichi chiamarono la lengua general (universale), perché cela un duplice significato corrispondente a una duplice scienza, l'un manifesta, l'altra profonda>>. 
Tutti i testi precisano che si tratta del 'Mercurio filosofale', della sostanza stessa della vita, di un agente universale. 
E' dunque un principio ancor prima di essere un metallo. MA a seconda della fase dell'Opera filosofale, cioè a seconda del colore, delle virtù, delle proprietà della soluzione ottenuta, il mercurio è anche chiamato: Magnesia, Ottone, Acqua Mercuriale, Medicina, Acqua Pesante, Latte della Vergine, Alkaest... <<Lavora dunque con quell'Acqua e avrai quello che desideri da lei. Essa è infatti lo spirito e l'anima del Sole e della Luna, l'olio e l'acqua dissolvente, la fontana, il bagno-maria, il fuoco umido, il fuoco segreto, nascosto e invisibile.>>
Lo stesso dicasi per lo Zolfo, principio attivo e forma preliminare del Mercurio. Lo Zolfo rappresenta anche la fase ulteriore dell'Opera. <<E se cuocete ancor di più, diventa rosso e l'acqua di mare diventa rossa del colore del sangue>>, o ancora l'Azoto colora l'Ottone e lo rende bianco, ma l'Ottone riprende il dominio sull'Azoto cambiandolo in vino, cioè rendendolo rosso come il vino. 
Quanto al Sale, che compare tardi nella letteratura alchemica, esso rappresenta il corpo in seno a una struttura ternaria. 
Così il problema primordiale posto dalla lettura di un testo alchemico finisce per essere il problema di capire quale sia il metallo di cui si tratta, per esempio il Mercurio. Lo si deve intendere metaforicamente, attraverso el corrispondenze che esso ha, con l'antropologia esoterica? Oppure lo si deve comprendere come un'indicazione astrologica, o anche come un principio cosmologico, o infine come una fase dell'Opera? Scienza esoterica, scienza simbolica, che, secondo René Alleau, è più vicina alla storia delle religioni che alla chimica, l'alchimia pone come pietra angolare la questione della 'materia'  da cui conviene iniziare l'Opera. Il successo dell'impresa sta potenzialmente nella scoperta di questo primo segreto della natura, di questa Materia denominata di volta in volta 'corvo', 'terra', 'zolfo nero', 'zolfo di natura', 'prigione dell'oro', 'letame', 'tomba del re'. Le indicazioni dei colori, i riferimenti ai pianeti che costellano lo svolgimento della realizzazione dell'Opera, le sue divere trasformazioni hanno un senso simbolico operativo solo se la sostanza è stata scelta correttamente. 
La difficoltà deriva dal fatto che la Materia dell'Opera ha tanto il valore di un principio cosmologico quanto quello di un materiale specifico. Bernardo Trevisano dichiara: <<Per avere intendimento di questa Materia, si deve innanzi tutto sapere che Di ha fatto all'inizio una materia confusa e priva di ordine, la quale era piena, per volontà di Dio, di più materie>>. Nel Mistero delle Cattedrali si legge: <<E' solo nel regno animale, in cui risiede la semenza metallica, che dobbiamo cercare il soggetto proprio della nostra arte>>. Così, in linea di principio, ci si potrebbe servire di qualsiasi sostanza, tutto essendo nella Natura formato dalla stessa Materia unica. Nella pratica la Materia usata deve essere raccolta in una certa epoca dell'anno: quando il Sole è in Ariete e la Luna in Toro, o quando il Sole èmin Scorpione e la Luna in Capricorno, il che la conferisce, individualizzandola, la possibilità di ricevere lo spirito universale, e di rivestirsi dello Zolfo, e dei sali volatili e del Mercurio fisso dell'aria e del fuoco. 
Il delicato problema del 'letame di filosofi', di cui Eugène Canseliet dà, la chiave teorica, seguendo, in ciò il suo maestro Fulcanelli, con il distinguere la prima materia dell'Opera della Materia Prima: <<Così l'oro filosofico tutto pieno di impurità circondato da spesse tenebre coperto di tristezza e di lutto, deve essere considerato, cionondimeno come la vera e unica prima materia dell'Opera, così come ne è la vera e unica Materia Prima: il Mercurio di cui questo oro invisibile miserabile e misconosciuto ha avuto origine>>.
Si può schematicamente strutturare il loro svolgimento in tre grandi tappe, secondo la successione di tre colori dell'Opera: nero, bianco e rosso, o ancora in sei tappe, secondo la successione di sette pianeti, di cui il primo, Mercurio, è la chiave di tutto l'insieme: Mercurio, Saturno, Giove, Luna, Venere, Marte, Sole. Mercurio rappresenta l'agente universale, l'acqua che dissolve, l'alimento del frutto spirituale del corpo. Manifestazione la più prossima alla Materia Prima, esso collega l'organismo anima-corpo all'oceano cosmico della vita. 
Il drago, deve morire. La prima operazione, quella della morte di uno stato chimico per soluzione e liquefazione. Il primo compito consiste dunque nel trovare la materia e il suo solvente, il vetriolo dei saggi, acrostico del programma alchemico stesso: Visita Interiora Terrae, Rectificandoque Invenies Occultum Lapidium. 
Dopo la triturazione, la liquefazione della materia, l'Opera Nera (Nigredo), viene l'Albedo o Opera Bianca. 
Essa comincia con un processo di sublimazione, sotto il segno di Giove, l'anima del corpo, la terra in cui essa si trovava, si è tra sformata nella fiala in acqua e aria. L'Uovo filosofico, il globo di cristallo ermeticamente chiuso, viene rinchiuso nell'athamor, il fornello che l'alchimista usa per una combustione lenta e controllata. Quest'uovo è al tempo stesso il simbolo dell'Uovo del Mondo, in cui tutto si prepara pazientemente, in modo immanente e segreto. Continuando a riscaldare durante la fase lunare si porta a compimento la colorazione bianca. Bernardo Trevisano si confida: <<Te lo dico prendendo Dio a testimonio, questo Mercurio, una volta sublimato appare rivestito di un biancore puro come al neve delle alte montagne, dotato di un splendore cristallino. Quando apro il recipiente, se ne libera un profumo unico al mondo...>>. E' la realizzazione del 'magistero minore', dell'elisir di lunga vita dalle proprietà medicinali note per il loro potere di rigenerazione cellulare. Viene chiamata anche l'oro potabile', la 'panacea'. E' l'opera di resurrezione che ha dato origine a molteplici allegorie, virginali, incestuose perfino denominate 'acque mercuriali', tutte significano che sono state ottenute con un moto ascensionale (liquefazione, sublimazione, purificazione). Il grande magistero, l'altro moto discendente (Venere-Marte-Sole) avrà ora inizio, e con esso l'incarnazione dello spirito. 
A proposito della fase venusiana di questo secondo movimento Bernardo Trevisano dice: <<All'inizio la donna monta sull'uomo, alla fine l'uomo monta sulla donna>>. La forza volatile del Mercurio femminile domina dapprima La forza volatile del Mercurio femminile domina dapprima il corpo solido rappresentato dallo Zolfo: in seguito la forza fissativa dello Zolfo ha il sopravvento sulla volatilità del Mercurio. Allora si produce una cristallizzazione. 
Ma è il Rame filosofico, il metallo di Venere, quello in cui il Sole è ancora al sommo della croce l'Oro vi è ancora instabile, non ha ancora penetrato gli strati profondi del corpo. Nella fase marziale lo spirito efftttua tale discesa ma quest'ultima congiunzione, penultima tappa della trasmutazione completa è ancora senza splendore. 
La fase solare vede la comparsa del colore rosso; la rubrificazione interviene dopo che la pietra, cuocendo, è passata attraverso tutti i colori dell'arcobaleno. In Le livre des figures hieroglyphiques, Nicolas Flammel (1330-1418)lo descrive: <<Il colore rosso-luce di questo leone volante simile al puro scarlatto dei chicchi della melagrana matura dimostra che la rubrificazione è ora compiuta senza alcuna struttura o difformità che essa è come quel leone, che divora ogni pura Natura metallica e la muta nella ua vera Sostanza, nel verace e puro Oro, più fine di quello delle migliori Miniere.
La protezione di una piccola quantità di polvere di questa pietra in una soluzione metallica basta allora a trasmutare il corpo vile in Oro. Conviene effettuare l'operazione tre volte, nonché rielaborare al fine di ottenere per il nuovo metallo una densità uguale a quella dell'oro. 
Il riassunto delle principali tappe non può essere che simbolico, come simbolico è la maggior parte delle indicazioni date dagli alchimisti. Per decifrare il loro linguaggio è necessario anche sapere a quale delle due vie umida e secca, rimandino i segreti sempre svelati solo a metà, e i consigli che essi acconsentano a dare. Precisiamo ancora che la Prima via è detta umida perché. nello stato liquido, richiede sulla lampada moderata, l'uso di utensili di vetro, mentre la Seconda Via è qualificata come secca, perché, nello stato liquido, richiede, sulla lampada moderata, l'uso di utensili di vetro, mentre l Seconda Via è qualificata come secca. perché sotto la forma fusibile, necessita l'uso di vasi opachi o refrattari nel fornello più ardente. L'alchimia è fra le scienze esoteriche quelle che ha maggiormente conservato.  




sabato 13 agosto 2022

La Wicca, Il manuale della strega buona

 La Wicca

Il manuale della strega buona


Coven wiccan


Altare wiccan

Introduzione

In questo periodo la stregoneria <<è di moda>>, e spesso si vedono cose aberranti fatte passare per culti pagani. 
Questo libro si rivolge soprattutto alle donne, ma anche a quegli uomini che non disdegnano il loro lato femminile e sono aperti ad accogliere i misteri della Dea. 
La stregoneria è un cammino lungo e difficile, solitario e meditativo, che richiede impegno, rispetto e amore, ma è ricco di soddisfazioni e gioia. 
La stregoneria è sì un viaggio iniziatico, ma per ogni persona questo viaggio ha connotati diversi, pause, mete, soste, percorsi alternativi. Ogni persona ha il suo destino, la sua vita, e io posso solamente fornire indicazioni per il cammino, ma il cammino stesso spetta a te. Essere una strega significa essere a contatto con la Natura, vivere in lei e di lei, rispettare i suoi ritmi e le sue leggi. Questa è la vera stregoneria, non quella che si vede nei film o si legge nei libri. Essere una strega significa lavorare per il bene del nostro pianeta e di tutta l'umanità. 

Chi sono le streghe?

Nell'immaginario collettivo quando si parla di streghe, tutti pensano a megere brutte e vecchie con il naso gobbo, come la strega di Biancaneve, pericolose donne perdute che mangiavano i bambini, che rubavano i piccoli nelle culle per poi cuocerli nel calderone e farci un unguento con il quale volare al Sabba, fatali donne sessualmente attraenti come la Circe di Ulisse o altre maghe dell'antichità, misteriose creature della notte che si trasformavano in gatte e altri animali, che adoravano il demonio sotto forma di caprone, pericolosi esseri che vivevano ai limiti fra il visibile e l'invisibile e lanciavano maledizioni sul bestiame, facevano tempestare e causavano aborti e sterilità, sataniste dai morbosi gusti sessuali che si univano carnalmente con i diavoli contro natura, fanciulle perdute che facevano le prostitute per condurre sulla via del peccato uomini retti, o vampire che succhiavano il sangue dei bambini e degli innocenti. 
Le streghe sono sempre esistite nelle paure dell'uomo perché rappresentano il lato oscuro dell'anima, quello che Jung chiama Ombra. 
Qualcuno ha voluto vedere il lato positivo delle cosiddette <<schiave di Diana>> e le ha considerate sciamane, curatrici, sacerdotesse dell'antichissimo culto della Grande Madre Terra, donna-medicina, erboriste, illuminate, sagge. Ed è proprio questo che siamo, ma molto altro ancora. 
Il termine italiano, strega deriva dal latino strix, che sta a indicare un uccello notturno, che con il tempo finì per indentificare la strega. 
E' il potere di creare e distruggere che appartiene alla Grande Dea, e che ha sempre terrorizzato gli uomini. Già le religioni latina e greca inventarono leggende e miti per creare figure spaventose agli occhi del popolo, come per esempio Circe, Medea, Medusa. 
La parola inglese witch, che significa strega nell'accezione moderna, deriva invece da wicca, poi mutato in wicca, che significa saggia. Nella mitologia anglosassone o comunque nordica le streghe riescono a mantenere un ruolo se non proprio positivo, almeno non totalmente negativo. 
Nelle mitologie nordiche la presenza di una fata/strega è obbligatoria nei castelli dei re, nei villaggi, fra i capi: i druidi, il corrispondente maschile delle sacerdotesse della Dea Madre Terra, sono descritti come sapienti e sacerdoti, capaci di curare le malattie del corpo, lenire i dolori dell'anima, consigliare e sanare qualsiasi malanno. Quindi le streghe nordiche non sono prevalentemente incantatrici ma sciamane e medichesse, temute e rispettate per i loro incomprensibili poteri. 
Le streghe, avversate dalla Chiesa e dal potere politico laico, continuarono nella clandestinità la loro opera di aiuto alle persone e al mondo: soprattutto per quanto riguarda l'aspetto medico e psicologico, offrirono, nei periodi bui, qualche lampo di libertà e di speranza a chi non ne aveva, soprattutto alle persone del popolo, oppresse dai potenti, che potevano rivolgersi a loro per farsi curare e aiutare. Depositarie delle arti magiche ed erboristiche, sagge dalle parole importanti e di potere, o incantatrici, le streghe hanno mantenuto viva la fede nella potenza, grandiosità e bontà della Natura, dato una speranza, un sogno, un aiuto materiale, ma soprattutto spirituale. 
Quello che la maggior parte delle persone ignora è che lo fanno ancora, poiché le streghe non sono mai scomparse, si sono nascoste, si sono camuffate, ma dovunque nel mondo vi era una donna che aiutava a partorire, che consigliava l'uso di un'erba medicamentosa o portava una parola di conforto a chi era disperato, lì viveva il respiro della Dea, lì continuava la vera antica Religione della Natura. 

Wicca, la moderna stregoneria

Ognuno è libero di vivere la propria vita, non esiste una verità assoluta e immutabile. Per qualcuno può essere la Wicca, per altri il Cristianesimo, il Buddhismo, l'Islam, o altre religioni rivelate, o ancora sette, gruppi come i Testimoni di Geova o gli Hare Krishna. Ognuno ha le proprie visioni del mondo, ognuno è libero di scegliere ciò che crede più adatto per se stesso, a patto che il suo credo non danneggi gli altri. 
Ovviamente, ci sono distinzioni fondamentali tra la religione delle streghe e le altre, la prima riguarda la divinità. 
In molte religioni monoteiste vi è un unico dio, maschio, che guida il mondo. La Wicca è diversa, è una religione politeista. Il divino viene visto in tutti gli esseri umani, le piante, gli animali, le pietre, nel cielo e nell'acqua, nel vento o nelle stelle. E in tutto ciò che possiamo vedere e toccare. Nessuno può definire con precisione cosa sia la Wicca, poiché essa ha una sola certezza: tutta la Natura è sacra, poiché è il corpo della Dea. 
Nella Wicca non esistono testi sacri e ognuno la vive in modo diverso a seconda delle proprie emozioni e del rapporto che riesce a instaurare con la Dea; è evidente che il rapporto con la Natura che può avere una persona che vive in una metropoli sarà necessariamente diverso da chi ha la fortuna di passeggiare nei boschi incontaminati o pregare in riva all'oceano. 
Il primo principio della Religione delle Figlie della Dea è quello dell'amore per la Natura e per la vita ed è espresso nel comandamento: 
<<Se non danneggi nessuno, fai ciò che vuoi>>. 
E' un sentimento che si crea tra un individuo che decide di intraprendere la strada della Wicca e altri esseri naturali, visibili e invisibili. Danneggiare gli altri può derivare non solo da azioni, ma anche da pensieri e parole, e quando si dice di non danneggiare nessuno, intendiamo prima di tutto noi stessi. 
La persona che aderisce alla Wicca deve riconoscere le forze dell'universo e armonizzarsi con loro. La divinità suprema è la Natura, che chiamiamo comunemente la Dea. 
La persona che aderisce alla Wicca adora e si pone in relazione con il divino della Natura in base all'archetipo della Grande Madre, come era al tempo del matriarcato, prima religione dell'umanità. L'armonia, suprema conquista di chi segue la Wicca, deve riconoscere le forze della Natura. 
La persona che aderisce alla Wicca opera secondo la legge di causa ed effetto: ogni azione ha una reazione, e ogni effetto ha la sua causa. Tutte le cose accadono secondo questa legge, per cui se opereremo il bene ci tornerà il bene, mentre se danneggeremo qualcuno a nostra volta ne verremo danneggiati. 
I poteri della Natura esistono anche in ogni persona, sebbene solitamente gli uomini non ne siano più coscienti e questi poteri sono solamente latenti, in attesa di essere risvegliati. I poteri e le abilità possono essere risvegliati e usati a scopi benefici, se non praticate le tecniche corrette. La Wicca insegna che l'universo è la manifestazione fisica della Dea, non può esserci niente nell'universo che non faccia parte della natura della Grande Madre. Da Lei derivano i nostri poteri. Essendo l'universo il corpo della Dea, possiede gli stessi attributi della Dea, quindi i suoi poteri, ai quali noi possiamo attignere. 
Noi sappiamo che tutto nell'universo è in movimento continuo e ciclico, tutte le cose crescono e calano seguendo il moto della Luna e delle maree. Perciò la Wicca celebra, si armonizza e fa uso delle maree e delle lunazioni, del ciclo delle stagioni e del moto del sistema solare. Queste fasi si ritualizzano nelle Feste dell'Anno. Inoltre, la Sacerdotessa wicca lavora con le forze e le maree della Luna, per questo il suo corpo è lo strumento per attingere alle energie della Terra. 
Nella Natura non esiste la morte, vi è solamente la trasformazione. Il grande poeta cinese Lao Tzu sosteneva che quello che per un bruco è la fine del mondo, per gli altri è la nascita di una farfalla. 
Nella Natura le creature esistono, mutano, sorgono a nuova forma. Il seme muore per divenire germoglio, il fiore muore per divenire frutto, il frutto muore per divenire seme e ricominciare il ciclo della vita che non si esaurisce mai. 
In quest'ottica la Sacerdotessa wicca sa che non esiste la morte, solo il cambiamento da una condizione di esistenza a un'altra. 
La morte non è seguita da nessuna punizione né ricompensa, ma dalla vita che si rinnova nelle forme decise dalla Dea. 
 z legato alle fasi della Luna, e quindi al misterioso mondo interno delle donne, fatto di ovulazione, fertilità, decadenza, mestruazione. Il momento di maggiore potere è nel periodo dell'ovulazione e in generale in Luna crescente, ovvero nel cosiddetto periodo fertile.

Un percorso solitario

In alcuni paesi, soprattutto negli Stati Uniti, per diventare Wiccan, cioè colui o colei che professa la Wicca è necessario far parte di un coven, cioè di una congrega di iniziati, di un gruppo di studio, di un cerchio di streghe, bisogna essere istruiti e iniziati, dedicando tempi prefissati, energie e soprattutto denaro. All'iniziazione, si riceve una copia del <<Libro delle Ombre>> del coven, scritto da altri, contenente formule prefissate, e si fa attivamente parte di un gruppo, rispettando orari e obblighi di presenza alle riunioni. 
La strada della Figlia della Dea è solitaria, la Sacerdotessa deve essere libera di scegliere se unirsi ad altre persone che hanno le stesse idee e comunità di intenti o lavorare in modo autonomo e indipendente. 
La pratica in un coven per alcuni è stimolante, poiché permette il confronto con altre persone e lenisce il senso di solitudine che molte Figlie della Dea provano, a volte vi sono personalità forti che finiscono per influenzare con le loro idee gli altri, i quali non riescono a sviluppare appieno le loro potenzialità. 






martedì 5 luglio 2022

Composizioni cellulari da Equilibrio cosmico

 Composizioni cellulari

da 

Equilibrio cosmico




Composizioni cellulari

"Attualmente, mantenere costanti situazioni di equilibrio sembra impossibile, non si riescono a fermare o a eliminare, gli elementi che, lentamente, portano nuovamente disordine. È come essere escluso dall'equilibrio naturale."





domenica 12 giugno 2022

Maghi, sciamani e stregoni

 Maghi, sciamani e stregoni



La magia occupa uno spazio sconfinato nella letteratura specialistica ed è presente anche in molte discipline accademiche, tra cui la storia, l'antropologia, l'etnologia e la sociologia. 
Alcuni ritratti di Massoni, Rosacroce, maghi e astrologi - tra cui Casanova, Cagliostro, Francis Bacon, Nostradamus, Lord Byron, l'imperatore Adriano - stati rivisitati sulla base di documenti poco noti e di supporti letterari. 
- La magia, riferita al proprio contesto originario, di tipo storico-sociale, come un'esigenza collettiva. Lo sciamanismo è fondamentale nella società di condivisione, in cui l'individuo non è che una cellula del corpo sociale. Alla sua origine c'è la ricerca del cibo, il mistero della riproduzione umana, della natura e della morte: esigenze alle quali le pratiche magiche danno una risposta animistica volta a mantenere l'armonia tra gruppi umani ed energie cosmiche. 
- In seguito alla creazione dei grandi imperi, la magia tendenzialmente si è individualizzata, diventando divinazione, mantica, voce oracolare rivolta soprattutto agli individui, al loro benessere materiale e spirituale. 
Il pensiero magico si è specializzato nel prevedere e confermare il potere di alcuni uomini e caste sugli altri. 
- La comparsa, nell'epoca moderna, di società di transizione, nelle quali il soggetto collettivo. 
- Popolo, massa, classi - ha assunto nuova importanza decisionale e trasformativa. In esse il linguaggio polimorfo e trasmutativo della magia, incarnata da Ordini quali i massoni, i Rosacroce, i Carbonari, ha trovato la propria espressione specifica nella trasformazione della materia grezza, nell'elaborazione architettonica, nell'alchimia sociale e politica. Le sette politiche, fin dal XVII secolo, hanno tentato di appropriarsi dei segreti esoterici e dei saperi ermetici, per abbattere il sistema dominante, oppressivo o autocratico. .




domenica 5 giugno 2022

Composizioni cellulari da Trasformazioni

 Composizioni cellulari

da

Trasformazioni









Composizioni cellulari

"L'acqua che è parte di tutto ciò che esiste, di per sé è un elemento neutro, il quale in base a diversi fattori, può trasformarsi in nutrimento e distruzione.
Può nutrire un campo e può distruggerlo, può dissetare gli esseri e può provocarne la morte.
La positività e la negatività di un elemento, dipendono dal nostro comportamento nei suoi confronti, dalle azioni che lo induciamo a compiere.
La perfezione delle forme delle cellule composte d'acqua, è una manifestazione del "buon governo" di noi stessi."

















domenica 29 maggio 2022

Streghe, demoni e inquisitori. Il delitto di stregoneria. L'Edit du Roi

 Streghe, demoni e inquisitori

Il delitto di stregoneria

L'Edit du Roi


Luigi XIV, 5 settembre 1638, 1 settembre 1715

Voltaire, nel 1764, nel suo Dictionnaire philosphique, ebbe a scrivere che <<... in Europa sono state mandate a morte più di centomila pretese streghe. Infine la filosofia da sola ha guarito gli uomini da questa abominevole chimera e ha insegnato ai giudici che non è il caso di abbruciare gli imbecilli>>. 
Un'affermazione che già conferma l'affievolimento di quella frenetica caccia alle streghe che da alcuni secoli ha percorso l'Europa. 
Con sentenza del 23 agosto 1783 André Brosse <<provato colpevole di avere partecipato a pretese magie e stregonerie utilizzando pratiche e cerimonie superstiziose, e di avere abusato della credulità e dell'ingenuità di numerosi abitanti della campagna>> venne condannato alla gogna. Due ore di esposizione al ludibrio della folla brulicante nella piazza del mercato di Bonnetable, in Francia, con al collo il solito cartello che lo designava <<preteso indovino e stregone>>. 
Cento anni prima André Brosse, sarebbe finito sul rogo vittima di un sistema e di una credenza che aveva fatto imperversare per tutta l'Europa cristiana una delle più grandi ecatombi che la storia ricordi.
L'editto di Luigi XIV non prendeva più in considerazione ciò che fino ad allora la superstizione aveva creato con le proprie incredibili impalcature e dare perciò all'uno e all'altro la misura reale, umana del misfatto e del colpevole. 
Il contenuto essenziale del sistema mentale che aveva legittimato la caccia alle streghe e agli stregoni, nascente dalla cedenza nella presenza del diavolo e del suo <<patto>>, trasgressione da condannare se e in quanto se ne trovava la reale esistenza configurantesi in cause ed effetti aventi riflessi e contenuti visibili. 
Il reo non era più da considerare una creatura del diavolo che attraverso il <<patto>> con Satana era venuto a conoscenza dei segreti della natura, in grado di produrre fenomeni straordinari. La strega e lo stregone per ottenere ciò da Satana, avevano dovuto preferire la sua amicizia a quella del Creatore: l'arte diabolica <<è quella che, con l'assistenza e mediante l'intervento dei demoni, in virtù di un patto espresso e tacito che il mago ha stretto con costoro, produce effetti straordinari ed esorbitanti dal corso e dall'ordine della natura, come pure dalla conoscenza degli uomini>>.
Streghe e stregoni non dovevano più subire nei processi la ricerca, del marchio satanico il cui rinvenimento valeva quanto una confessione, dato che esso costituiva la prova più esemplare del patto diabolico. 
La stregoneria veniva trattata in maniera diversa dagli altri delitti, con mezzi, che andavano dal <<giudizio di Dio>>, e finivano, sui roghi ardenti: ora essa, veniva punita per ciò che si accertava avesse commesso s'indegno la persona ritenuta colpevole, ma considerata come essere umano comune>>. 
Nell'editto che ufficialmente pone fine alla caccia alle streghe, non si fa mai uso del termine <<strega>>, <<stregone>>, salvo come indicazione di definizione generica e neppure del termine <<stregoneria>>, sostituito da quello più generale ma concettualmente determinante lo spirito dei nuovi tempi, di <<pretesa magia>>. 
Risultano due distinte categorie criminali: <<coloro che fanno uso di malefici e veleni>> e coloro che <<sotto la vana etichetta di indovini, maghi, stregoni ed altre consimili denominazioni, condannate dalle leggi divine ed umane, infettano e corrompono lo spirito del popolo coi loro discorsi e le loro pratiche>>. 
I rei rispondono di truffa, di impostura, di sacrilegio, di empietà, di profanazione, di veneficio; ma il tutto presuppone un debito nel quale non ha alcun gioco il trascendentale, il terrore di Satana, il credito nell'intervento diabolico, sul quale, si era fondato un tipo di giustizia ecclesiastica e civile che aveva inondato l'Europa di tanto sangue innocente. 
Mandrou :<<nel complesso è chiaro che l'editto, non riconoscendo che una "pretesa magia", comporta implicitamente la negazione del patto diabolico e delle pratiche caparbie legate al sabba, e ai malefici tradizionalmente denunciati dagli antichi demonologi. Questo silenzio totale equivale indiscutibilmente ad un rifiuto di considerare come validi tali capi d'imputazione: in ultima analisi le sole cose che contano sono gli atti sacrileghi e l'uso di veleni>>. Indovini, maghi e stregoni, se si limitano a sfruttare la dabbenaggine e l'ignoranza dei cittadini, rispondono di truffa e di impostura. 
La profanazione è reato ben più grave anche se Satana non è più alleato di chi ha commesso il sacrilego atto, la profanazione è il delitto che offende <<ciò che la religione ha di più sacro>>: essa va punita con la morte, così come il veneficio. 
Veniva cancellato l'ostacolo metafisico, e, ottenuta così l'eliminazione di Satana quale componente della caccia alle streghe, le norme dell'editto non erano altro che presa di coscienza individuale e collettiva nei confronti della paura che la confusione tra naturale e soprannaturale aveva reso, impossibile discriminare. 




Decorazioni orientali

 Decorazioni orientali Annalisa Lanci Decorazioni orientali Decorazioni orientali. "Il mondo è nell' armonia e perfezione delle dec...