giovedì 29 dicembre 2022

L'anima. Che cos'è l'anima. Tra fisico e spirito

 L'anima

Che cos'è l'anima

Tra fisico e spirito


L'anima, tra fisico e spirito. 

Se ci riferiamo alle culture che affrettatamente definiamo primitive, abbiamo, modo di incontrare nozioni di anima visualizzate quando la forza vitale e cosciente viene meno (sonno), si indebolisce (malattia) e subisce arresti o è travolta da stati anomali (possessione, stati alterati di coscienza patologica, ecc.). Su un piano esclusivamente antropologico e positivista, il concetto di anima potrebbe aver avuto origine da esperienze fisiche correlate al soprannaturale attraverso la cultura. 
Il tutto con i necessari distinguo: infatti vi è una notevole differenza tra stati come il sonno e la malattia. Nel primo:

<<respiro, cuore, polso, sangue e analoghi continuano la loro attività anche se ridotta. Invece nella malattia, nel venir meno, vi è un vero e proprio indebolimento dell'anima-vita,  mentre nell'ultima serie di eventi si verifica una revisione e sospensione temporanea nella normalità vitale, uno svuotamento del corpo che è abbandonato dall'anima-vita, intesa non tanto in relazione alle sue sedi vitali, quanto come avviene di presenza>>.

A questo punto si delinea una fenomenologia che possiamo indicare con <<perdita dell'anima>> che, nelle religioni più arcaiche, è all'origine di grandi stati d'angoscia e ansia; in quelle superiori è causa della morte spirituale e di conseguenza di condanna eterna. 




L'anima. Che cos'è l'anima. Il vento che è all'origine dell'anima

 L'anima

Che cos'è l'anima

Il <<vento>> che è all'origine dell'anima


Il vento che è all'origine dell'anima


Anima: la complessità del concetto risulta evidente solo entrando ne merito della questione e prendendo atto del suo ampio corredo d significati. Anima è una parola con implicazioni estese in ogni ambito cella cultura e si lega a contesti fra loro anche molto lontani. 

In corrispondenza delle religioni o della filosofia, coinvolge ambiti della cultura che di fatto hanno origine nelle pi+ arcaiche manifestazioni simboliche dell'uomo: vale a dire le prime sepolture del paleolitico. 

In un'enciclopedia delle religioni o della filosofia, coinvolge ambiti della cultura che di fatto hanno origine nelle più arcaiche manifestazioni simboliche dell'uomo: vale a dire le prime sepolture del Paleolitico. 

Da allora, fino ad oggi, con tutte le problematiche teologiche, le definizioni, i tentativi di dimostrarne o negarne l'esistenza, l'anima ha visto via via crescere a dismisura il patrimonio culturale che ha accompagnato la sua evoluzione, divenendo sempre più una presenza determinante

Il <<vento>> che è all'origine dell'anima

Anima è un termine di origine latina (anima) che ha l'identica radice della parola greca ànemas (vento) e lo stesso senso di spiritus (in greco pnéuma), indicante aria, soffio, respiro. In greco si trova anche psyche; questa parola esprime oggi le sue valenze più emblematiche confermandosi nel termine psicologia. In questo si trova anche psyche; questa parola esprime oggi le sue valenze più emblematiche confermandosi nel termine psicologia. Nell'Induismo, ad esempio, si fa riferimento all'Atman, cioè espirazione. 

L'Anima è posta in relazione all'immortalità, ma ciò non esclude la sua partecipazione all'interno del meccanismo vitale; convenzionalmente è il principio dell'attività cosciente dell'uomo e, su un piano più ampio, principio della vita. Tale peculiarità si accentua soprattutto in quelle culture nelle quali i principi religiosi sono ordinati seguendo modelli meno evoluti di quelli caratterizzanti i grandi monoteismi. Nelle religioni <<primitive>> l'anima viene indicata con origani del corpo che svolgono una funzione vitale determinante; può anche essere identificata con il respiro. 

Sempre in queste culture, l'anima può essere <<esterna>>: in questi casi la sua sede può venire insidiata in una animale o un oggetto. Il principio dell'anima esterna e presente in un animale, nelle sue implicazioni nel folclore occidentale, e che ha trovato una indicativa concretizzazione nell'universo della fiaba. 

L'anima distinta dal corpo, a cui sopravvive, e che sorregge ipotesi come la metempsicosi: meccanismo fondamentale per quelle religioni nelle quali il ciclo delle vite si esprime seguendo l'itinerario evolutivo dell'anima. Il concetto di anima si finalizza con Socrate (469-39 a.C.), artefice al posizionamento di questa presenza tra i temi fondamentali della filosofia. L'idea di psiche socratica fu poi codificata da Platone (428-346 a.C.).

Socrate insisteva sulla sua cura dell'anima (psicoterapia), ma non si pronunciava sulla sua immortalità: caratteristica che emergerà in seguito con Platone. 

Il principio cristiano indica nell'uomo il risultato dell'unione materiale e spirituale: il corpo e l'anima. 

La psiche è più simile a un soffio vitale che alla morte dell'uomo, fuoriesce mantenendo la propria autonomia, ad esempio nel mondo delle ombre. 

Nella teologia ebraica, l'anima è néfesh: termine che indica indifferentemente la vita spirituale, ma anche quella vegetativa; questa parola presenta inoltre un legame con il ruach (soffio, respiro), comunque dotato di forza vitale (il soffio della creazione della tradizione veterotestamentaria). 

Platone: per il filosofo l'uomo è un principio naturale che si differenzia dalla fisicità del corpo. Il filosofo greco distingueva, nell'uomo, tra un'anima razionale, sede dei processi conoscitivi, e una irrazionale, sede dei desideri e delle passioni che l'essere più evoluto ha in comune con gli animali. 

Aristotele (384-322 a.C.) poneva un'anima in ogni organismo vivente: differenziando un'anima <<vegetativa>>, principio della crescita (presente anche nei vegetali), un'anima <<sensitiva>> principio del movimento e dei sensi (presente anche negli animali) un'anima <<razionale>>, tipica dell'uomo e principio dell'attività intellettuale.  

Sant'Agostino (354-430) indicava l'anima come <<sostanza dotata di ragione con il ruolo di reggere il corpo>>, questa sostanza, staccata dal fisico, è immortale e, alla morte dell'uomo, continua la propria esistenza fino alla resurrezione finale, quando si unirà alla materia. 

San Tommaso (1221-1274) effettuò invece un'operazione tendente ad armonizzare la teoria platonica con quella aristotelica, giungendo a stabilire che l'anima è una forma sussistente e che trascende il corpo. 

La tesi che sostiene la spiritualità e l'immortalità dell'anima (Platone) e quella che negava totalmente queste peculiarità (Aristotele). 

Il procedere della riflessione filosofica determinerà la riaffermazione della visione dualistica: con René Descartes (1596-1650) questa dicotomia sarà parte rilevante dell'opposizione tra res extensa (corpo) e res cogitans (anima). Il primo ha un'esistenza detrminata da principi esclusivamente materiali, la seconda invece è coscienza pura e quindi potrebbe esistere anche in assenza di corpo. 

La critica orientata verso il materialismo tenderà a ridimensionare il dualismo, correlando la parte connessa alla coscienza e meccanismi di ordine fisiologico, in cui a dominare è comunque sempre il corpo. 

L'anima è un principio spirituale posto nel corpo dell'uomo da Dio al fine di assegnare un senso all'esistenza terrena. Si tratta di una presenza immortale nell'uomo, e, in alcune religioni, materiale negli altri esseri viventi. 

Quest'ultima non è completamente indipendente dal corpo, perché la personalità umana è considerata il risultato dell'unione tra anima e corpo. 


L'anima. Che cos'è l'anima. Il senso delle parole e delle azioni

 L'anima

Che cos'è l'anima

Il senso delle parole e delle azioni 


Anima

Il termine anima è contrassegnato da una notevole ambiguità di fondo: infatti il suo significato è unico, vi sono parole (spirito, coscienza, psiche) che spesso sono utilizzate impropriamente come sinonimi. La distinzione dei significati è possibile quando, viene effettuata una contestualizzazione con elementi di riferimento che possono definire il ruolo. Facciamo qualche esempio:
- Anima come parte separata e contrapposta al fisico.
- Anima come principio di vita (si pensi al modo di dire: <<rendere l'anima a Dio>>). 
- Anima come sede dei sentimenti (<<amare con tutta l'anima>>; quando ci si applica con passione: <<metterci l'anima>>; indicativamente la persona amata è chiamata <<anima mia>>). 
- Anima come parte più profonda dell'essere, invisibile, ma immaginabile attraverso il linguaggio del corpo: <<gli occhi sono lo specchio dell'anima>>.
- Anima come principio della coscienza morale e religiosa: <<avere sull'anima>> (o coscienza) il peso di un'azione ritenuta immorale; si pensi al concetto di <<anima persa>>.
- Anima come parte incorruttibile: <<raccomandare l'anima a Dio>>.

Il termine anima è parte integrante del linguaggio quotidiano: pensiamo, ad esempio, all'espressione <<buon anima>> per indicare le persone defunte; né è anche ricorrente l'uso quando è necessario indicare una qualità spirituale: <<anima nobile>>, <<animo sensibile>>, <<anima appassionata>>, ecc. L'anima indica la singolarità dell'individuo: è emblematico che per indicare gli abitanti di una località, si parla di <<anime>>. Il termine viene anche trasferito sul piano esterno all'uomo quando si indica la sostanza più intima di una materia  (legno, frutta, ecc.); vi è l'anima del bottone (il supporto ricoperto di stoffa) e della cravatta (la striscia di stoffa posta nel suo interno per consolidarne la struttura). 
Negli strumenti musicali a corda, l'anima è quel pezzetto di legno cilindrico posto all'interno della cassa, tra il fondo e il coperchio nel punto in cui fa forza il ponticello. Nell'organo è il diaframma posto tra piede e il corpo della canna. In ogni tempo ci si serve del concetto di anima, dalla metallurgia all'artiglieria; in genere, con questo nome si indica la parte più interna del materiale e del prodotto. 
Sono però questi contesti legati alla spiritualità, delle religioni o della mitologia, ad essere profondamente coinvolti nelle problematiche ontologiche connesse all'anima. I termini designanti l'anima sembrerebbero legati all'idea di respirazione, all'alito, al vento; l'anima praticamente in tutte le culture che fanno uso di questo concetto, e l'elemento animatore, portatore di vita. Viene localizzato in ordini e funzioni del corpo a cui sono attribuiti valori essenziali per l' <<io vivente>>. 
E' indicativo, che il trasferimento della <<sede>> dell'anima dal cuore al cervello rifletta quei principi evolutivi che hanno accompagnato il passaggio dalla dimensione animistica a quella monoteista. Su un altro piano, la variante è avvertita nel transito prodotto dalla sfera dei sentimenti a quella delle emozioni, con lo spostamento dell'asse interpretativo del comportamento (etico-religioso) a quello della percezione dell'essere nella storia (psico-sociologico).
Nella sua forma più elementare, l'anima è la sostanza strutturale, dotata di volontà che, insieme al corpo, costituisce l'uomo del quale rappresenta la parte immortale. 
Ma l'anima è anche la <<parte alta>> dell'uomo e identifica la vittoria della spiritualità sulle necessità naturali, quindi:
<<... se gli uomini hanno coniato il termine anima è per rendere ragione di questa esperienza primordiale: noi siamo più del mondo, noi siamo liberi>>. 




sabato 24 dicembre 2022

L'anima. Che cos'è l'anima. I limiti di una definizione

 L'anima

Che cos'è l'anima

I limiti di una definizione 



Anima


Embrione


Pitagora


Plotino


Sant'Agostino. Agostino d'Ippona

Da parte degli storici delle religioni, è stata spesso posta in rilievo la limitazione e anche l'inadeguatezza del termine anima; A.M. Di Nola aveva infatti precisato che:

<<Il termine anima appartiene ad una particolare dimensione culturale e ideologica, che ha una sua specifica storia nella filosofia e nelle visioni religiose occidentali e cristiane, e che ha elaborato un suo proprio quadro dell'uomo, del suo vivere e del suo essere nel mondo. La modalità di tale quadro, in cui è implicita la presenza di una determinata attività, variamente qualificata come anima, spirito, mente, ragione, ecc. entra in una radicale crisi, ogni volta che intendiamo servirci di essa come pattern ideologico per interpretare altre realtà culturali>>. 

Il background occidentale-cristiano che contrassegna il concetto di anima, può risultare fuorviante quando ci si pone al cospetto di culture strutturate su modelli religiosi diversi dai nostri. 
<<Uso il termine anima in mancanza di un altro che meglio si adatti alle rappresentazioni della mentalità primitiva>>.

La nostra nozione di anima è comunque piuttosto fluida e incerta e tende spesso a confondersi con quella di spirito. Possiamo, considerare l'anima, nelle sue più arcaiche esperienze religiose, come la concretizzazione di istanze umane, motivate da cause vitali. Solo in seguito, la teologia e la filosofia ne hanno definito il significato con valori più profondi, giungendo alla costruzione di modelli astratti dai quali erano respinti gli elementi esperenziali perché considerati residui di concezioni naturalistiche. 
Tra i quesiti che più di altri caratterizzano il nostro rapporto con l'anima vi è quello della sua origine. 
Sulla <<nascita>> dell'anima sono state elaborate molteplici teorie; anche in contraddizione, che hanno dato origine a un corpus di ipotesi spesso difficili da definire nel dettaglio e che è praticamente impossibile cercare di far convivere. 
Volendo semplificare, possiamo indicare due fonti: 
1. L'anima proviene dalla divinità.
2. L'anima è originata dal basso, cioè dalla terra. 

Seguendo le diverse interpretazioni filosofiche, le due ipotesi non si escludono a vicenda, ma possono convivere. 

Sant'Agostino chiariva: 
<<Non ho trovato nelle Scritture canoniche nessuna affermazione inequivocabile sull'origine dell'anima>>. 

I teologi hanno individuato molte <<origini>> dell'anima, dando vita ad un dibattito ancora oggi vivissimo. Qualcuno ha suggerito la possibilità che le anime siano state create tutte insieme all'origine dei tempi: avrebbero l'età di Adamo ed Eva, via via ognuna si è congiunta e si congiungerà con un corpo nel tempo seguendo un disegno conosciuto da Dio. 
Questo tipo di origine, sostenuta da G.W. Leibniz (1646-1716), assegna all'anima una dimensione al di fuori del tempo e una precisa collocazione nell'eternità. 
Altri come Plotino (205-270) e i platonici hanno ipotizzato che le anime non siano <<create>> da Dio, perché sarebbero una sua emanazione, di conseguenza parte integrante della sua stessa sostanza. 
Vi è inoltre chi ipotizza la creazione dell'anima da parte di Dio nell'istante del concepimento del corpo (posizione assunta della Chiesa cattolica), o immediatamente dopo (posizione dell'Ebraismo e dell'Islam): in genere quaranta giorni, come già sosteneva Pitagora (575-490 a.C.): <<L'embrione prende forma in quaranta giorni>>.
In estrema sintesi, la creazione dell'anima da parte di Dio potrebbe presupporre tre modalità: 
1. Prima del corpo.
2. Insieme al corpo. 
3. Dopo il corpo. 

La suddivisione precedente non condiziona le tesi sull'origine vale a dire sulla sostanza dell'anima e la sua provenienza, perché è sempre Dio l'artefice della sua <<gestione>>. 
Si può parlare, molto semplicisticamente, di <<creazionismo>> cioè il contributo <<dal basso>> nella formazione dell'anima: specificamente, si intende assegnare un ruolo fondamentale ai genitori; in questo senso la sostanza spirituale dell'anima deriverebbe dal corpo e dall'anima dei genitori nel momento del concepimento. 

<<Dio non infonde direttamente l'anima, chi pensa così, che Dio infonda direttamente l'anima spirituale e immortale al primo istante del concepimento umano, pensa l'anima come una sostanza separata, e si fa sostenitore di una teoria concepibile solo al prezzo di ipotizzare un continuo via vai di anime che ogni secondo scendono dal cielo, attente peraltro a non scontrarsi con quelle che, nello stesso secondo, al cielo fanno ritorno>>. 

Siamo al cospetto si un'interpretazione moderna che assegna all'anima valenze assimilabili al concetto di energia, ma per le sue specificità implicite rende difficile relazionarla all'idea di anima come si è via via sbozzata nella nostra mente. 












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