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venerdì 16 settembre 2022

Dizionario dell'esoterismo. Alchimia

 Dizionario dell'esoterismo

Alchimia


Solve et coagula

Scopo dell'alchimia è l'ottenere la Pietra Filosofale, che permette di trasmutare i metalli in oro. Scienza esoterica, essa associa in uno stesso processo una cosmologia e una spiritualità attive: la trasformazione della coscienza dell'adepto nei suoi rapporti mediante la quale l'alchimia cerca di realizzare nel regno della natura (minerale, animale, vegetale), ma perfezionandolo, il processo di putrefazione e di rigenerazione che accompagna la vita stessa. La Grande Opera (Magnum Opus) alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale. La Grande Opera (Magnum Opus) alchemica è quindi la duplice realizzazione della purificazione e della trasmutazione della materia psichica e naturale, La Grande Opera fisica e la Grande Opera mistica sono analoghe, ma nient'affatto identiche. Aver realizzato la seconda vuol dire poter realizzare sovranamente la prima; avre realizzato la prima vuol dire sapere quale cammino può condurre alla realizzazione della seconda, ma non significa necessariamente aver percorso quel cammino. E' una differenza che ha un'importanza capitale. E' la differenza che consiste nel dare, nella pratica alchemica, la priorità alla rigenerazione spirituale (ergon) chiave della trasmutazione dei metalli (parergon). 
Questa differenza è ciò che permette di distinguere l'alchimia da tutte le pratiche metallurgiche, spagiriche, archimiche, anch'esse note fin dalla più remota antichità, ma operanti su minerali o piante senza tener conto di tutta la dimensione esoterica e sacra proprio dell'alchimia. 
L'alchimia è, un'arte divina, il che vieta per principio di farne la preistoria della chimica. Fulcanelli, maestro esoterico del XIX secolo, dimostra che <<...la vera antenata della nostra chimica è l'antica spagirica, e non la scienza ermetica stessa>>. Il sacro vi ha un ruolo preponderante, che può essere rivelato o trasmesso solo in un linguaggio in codice: l'alchimia parla 'la lingua degli uccelli', e la 'gaia scienza', non un insieme di ricette empiricamente definite. 
L'alchimia solleva il problema della sua terminologia. Lo studioso Serge Hutin dice che <<l'alchimista non deve scoprire qualcosa di nuovo, ma ritrovare un segreto>>. Questo segreto è velato da una terminologia che dissimila i suoi oggetti dietro concetti provenienti da vari registi simbolici (astrologia, cabala, eccetera) di cui deve essere di volta in volta determinata la corrispondenza. Lo stesso linguaggio alchemico ricorre, oltre a tutto a una miriade di procedimenti retorici volti a scoraggiare la comprensione letterale del senso dei testi: rebus, acrostici, assonanze, <<L'alchimia è dunque a questo titolo una cabala ermetica fornita di quella che gli antichi chiamarono la lengua general (universale), perché cela un duplice significato corrispondente a una duplice scienza, l'un manifesta, l'altra profonda>>. 
Tutti i testi precisano che si tratta del 'Mercurio filosofale', della sostanza stessa della vita, di un agente universale. 
E' dunque un principio ancor prima di essere un metallo. MA a seconda della fase dell'Opera filosofale, cioè a seconda del colore, delle virtù, delle proprietà della soluzione ottenuta, il mercurio è anche chiamato: Magnesia, Ottone, Acqua Mercuriale, Medicina, Acqua Pesante, Latte della Vergine, Alkaest... <<Lavora dunque con quell'Acqua e avrai quello che desideri da lei. Essa è infatti lo spirito e l'anima del Sole e della Luna, l'olio e l'acqua dissolvente, la fontana, il bagno-maria, il fuoco umido, il fuoco segreto, nascosto e invisibile.>>
Lo stesso dicasi per lo Zolfo, principio attivo e forma preliminare del Mercurio. Lo Zolfo rappresenta anche la fase ulteriore dell'Opera. <<E se cuocete ancor di più, diventa rosso e l'acqua di mare diventa rossa del colore del sangue>>, o ancora l'Azoto colora l'Ottone e lo rende bianco, ma l'Ottone riprende il dominio sull'Azoto cambiandolo in vino, cioè rendendolo rosso come il vino. 
Quanto al Sale, che compare tardi nella letteratura alchemica, esso rappresenta il corpo in seno a una struttura ternaria. 
Così il problema primordiale posto dalla lettura di un testo alchemico finisce per essere il problema di capire quale sia il metallo di cui si tratta, per esempio il Mercurio. Lo si deve intendere metaforicamente, attraverso el corrispondenze che esso ha, con l'antropologia esoterica? Oppure lo si deve comprendere come un'indicazione astrologica, o anche come un principio cosmologico, o infine come una fase dell'Opera? Scienza esoterica, scienza simbolica, che, secondo René Alleau, è più vicina alla storia delle religioni che alla chimica, l'alchimia pone come pietra angolare la questione della 'materia'  da cui conviene iniziare l'Opera. Il successo dell'impresa sta potenzialmente nella scoperta di questo primo segreto della natura, di questa Materia denominata di volta in volta 'corvo', 'terra', 'zolfo nero', 'zolfo di natura', 'prigione dell'oro', 'letame', 'tomba del re'. Le indicazioni dei colori, i riferimenti ai pianeti che costellano lo svolgimento della realizzazione dell'Opera, le sue divere trasformazioni hanno un senso simbolico operativo solo se la sostanza è stata scelta correttamente. 
La difficoltà deriva dal fatto che la Materia dell'Opera ha tanto il valore di un principio cosmologico quanto quello di un materiale specifico. Bernardo Trevisano dichiara: <<Per avere intendimento di questa Materia, si deve innanzi tutto sapere che Di ha fatto all'inizio una materia confusa e priva di ordine, la quale era piena, per volontà di Dio, di più materie>>. Nel Mistero delle Cattedrali si legge: <<E' solo nel regno animale, in cui risiede la semenza metallica, che dobbiamo cercare il soggetto proprio della nostra arte>>. Così, in linea di principio, ci si potrebbe servire di qualsiasi sostanza, tutto essendo nella Natura formato dalla stessa Materia unica. Nella pratica la Materia usata deve essere raccolta in una certa epoca dell'anno: quando il Sole è in Ariete e la Luna in Toro, o quando il Sole èmin Scorpione e la Luna in Capricorno, il che la conferisce, individualizzandola, la possibilità di ricevere lo spirito universale, e di rivestirsi dello Zolfo, e dei sali volatili e del Mercurio fisso dell'aria e del fuoco. 
Il delicato problema del 'letame di filosofi', di cui Eugène Canseliet dà, la chiave teorica, seguendo, in ciò il suo maestro Fulcanelli, con il distinguere la prima materia dell'Opera della Materia Prima: <<Così l'oro filosofico tutto pieno di impurità circondato da spesse tenebre coperto di tristezza e di lutto, deve essere considerato, cionondimeno come la vera e unica prima materia dell'Opera, così come ne è la vera e unica Materia Prima: il Mercurio di cui questo oro invisibile miserabile e misconosciuto ha avuto origine>>.
Si può schematicamente strutturare il loro svolgimento in tre grandi tappe, secondo la successione di tre colori dell'Opera: nero, bianco e rosso, o ancora in sei tappe, secondo la successione di sette pianeti, di cui il primo, Mercurio, è la chiave di tutto l'insieme: Mercurio, Saturno, Giove, Luna, Venere, Marte, Sole. Mercurio rappresenta l'agente universale, l'acqua che dissolve, l'alimento del frutto spirituale del corpo. Manifestazione la più prossima alla Materia Prima, esso collega l'organismo anima-corpo all'oceano cosmico della vita. 
Il drago, deve morire. La prima operazione, quella della morte di uno stato chimico per soluzione e liquefazione. Il primo compito consiste dunque nel trovare la materia e il suo solvente, il vetriolo dei saggi, acrostico del programma alchemico stesso: Visita Interiora Terrae, Rectificandoque Invenies Occultum Lapidium. 
Dopo la triturazione, la liquefazione della materia, l'Opera Nera (Nigredo), viene l'Albedo o Opera Bianca. 
Essa comincia con un processo di sublimazione, sotto il segno di Giove, l'anima del corpo, la terra in cui essa si trovava, si è tra sformata nella fiala in acqua e aria. L'Uovo filosofico, il globo di cristallo ermeticamente chiuso, viene rinchiuso nell'athamor, il fornello che l'alchimista usa per una combustione lenta e controllata. Quest'uovo è al tempo stesso il simbolo dell'Uovo del Mondo, in cui tutto si prepara pazientemente, in modo immanente e segreto. Continuando a riscaldare durante la fase lunare si porta a compimento la colorazione bianca. Bernardo Trevisano si confida: <<Te lo dico prendendo Dio a testimonio, questo Mercurio, una volta sublimato appare rivestito di un biancore puro come al neve delle alte montagne, dotato di un splendore cristallino. Quando apro il recipiente, se ne libera un profumo unico al mondo...>>. E' la realizzazione del 'magistero minore', dell'elisir di lunga vita dalle proprietà medicinali note per il loro potere di rigenerazione cellulare. Viene chiamata anche l'oro potabile', la 'panacea'. E' l'opera di resurrezione che ha dato origine a molteplici allegorie, virginali, incestuose perfino denominate 'acque mercuriali', tutte significano che sono state ottenute con un moto ascensionale (liquefazione, sublimazione, purificazione). Il grande magistero, l'altro moto discendente (Venere-Marte-Sole) avrà ora inizio, e con esso l'incarnazione dello spirito. 
A proposito della fase venusiana di questo secondo movimento Bernardo Trevisano dice: <<All'inizio la donna monta sull'uomo, alla fine l'uomo monta sulla donna>>. La forza volatile del Mercurio femminile domina dapprima La forza volatile del Mercurio femminile domina dapprima il corpo solido rappresentato dallo Zolfo: in seguito la forza fissativa dello Zolfo ha il sopravvento sulla volatilità del Mercurio. Allora si produce una cristallizzazione. 
Ma è il Rame filosofico, il metallo di Venere, quello in cui il Sole è ancora al sommo della croce l'Oro vi è ancora instabile, non ha ancora penetrato gli strati profondi del corpo. Nella fase marziale lo spirito efftttua tale discesa ma quest'ultima congiunzione, penultima tappa della trasmutazione completa è ancora senza splendore. 
La fase solare vede la comparsa del colore rosso; la rubrificazione interviene dopo che la pietra, cuocendo, è passata attraverso tutti i colori dell'arcobaleno. In Le livre des figures hieroglyphiques, Nicolas Flammel (1330-1418)lo descrive: <<Il colore rosso-luce di questo leone volante simile al puro scarlatto dei chicchi della melagrana matura dimostra che la rubrificazione è ora compiuta senza alcuna struttura o difformità che essa è come quel leone, che divora ogni pura Natura metallica e la muta nella ua vera Sostanza, nel verace e puro Oro, più fine di quello delle migliori Miniere.
La protezione di una piccola quantità di polvere di questa pietra in una soluzione metallica basta allora a trasmutare il corpo vile in Oro. Conviene effettuare l'operazione tre volte, nonché rielaborare al fine di ottenere per il nuovo metallo una densità uguale a quella dell'oro. 
Il riassunto delle principali tappe non può essere che simbolico, come simbolico è la maggior parte delle indicazioni date dagli alchimisti. Per decifrare il loro linguaggio è necessario anche sapere a quale delle due vie umida e secca, rimandino i segreti sempre svelati solo a metà, e i consigli che essi acconsentano a dare. Precisiamo ancora che la Prima via è detta umida perché. nello stato liquido, richiede sulla lampada moderata, l'uso di utensili di vetro, mentre la Seconda Via è qualificata come secca, perché, nello stato liquido, richiede, sulla lampada moderata, l'uso di utensili di vetro, mentre l Seconda Via è qualificata come secca. perché sotto la forma fusibile, necessita l'uso di vasi opachi o refrattari nel fornello più ardente. L'alchimia è fra le scienze esoteriche quelle che ha maggiormente conservato.  




domenica 29 maggio 2022

Streghe, demoni e inquisitori. Il delitto di stregoneria. L'Edit du Roi

 Streghe, demoni e inquisitori

Il delitto di stregoneria

L'Edit du Roi


Luigi XIV, 5 settembre 1638, 1 settembre 1715

Voltaire, nel 1764, nel suo Dictionnaire philosphique, ebbe a scrivere che <<... in Europa sono state mandate a morte più di centomila pretese streghe. Infine la filosofia da sola ha guarito gli uomini da questa abominevole chimera e ha insegnato ai giudici che non è il caso di abbruciare gli imbecilli>>. 
Un'affermazione che già conferma l'affievolimento di quella frenetica caccia alle streghe che da alcuni secoli ha percorso l'Europa. 
Con sentenza del 23 agosto 1783 André Brosse <<provato colpevole di avere partecipato a pretese magie e stregonerie utilizzando pratiche e cerimonie superstiziose, e di avere abusato della credulità e dell'ingenuità di numerosi abitanti della campagna>> venne condannato alla gogna. Due ore di esposizione al ludibrio della folla brulicante nella piazza del mercato di Bonnetable, in Francia, con al collo il solito cartello che lo designava <<preteso indovino e stregone>>. 
Cento anni prima André Brosse, sarebbe finito sul rogo vittima di un sistema e di una credenza che aveva fatto imperversare per tutta l'Europa cristiana una delle più grandi ecatombi che la storia ricordi.
L'editto di Luigi XIV non prendeva più in considerazione ciò che fino ad allora la superstizione aveva creato con le proprie incredibili impalcature e dare perciò all'uno e all'altro la misura reale, umana del misfatto e del colpevole. 
Il contenuto essenziale del sistema mentale che aveva legittimato la caccia alle streghe e agli stregoni, nascente dalla cedenza nella presenza del diavolo e del suo <<patto>>, trasgressione da condannare se e in quanto se ne trovava la reale esistenza configurantesi in cause ed effetti aventi riflessi e contenuti visibili. 
Il reo non era più da considerare una creatura del diavolo che attraverso il <<patto>> con Satana era venuto a conoscenza dei segreti della natura, in grado di produrre fenomeni straordinari. La strega e lo stregone per ottenere ciò da Satana, avevano dovuto preferire la sua amicizia a quella del Creatore: l'arte diabolica <<è quella che, con l'assistenza e mediante l'intervento dei demoni, in virtù di un patto espresso e tacito che il mago ha stretto con costoro, produce effetti straordinari ed esorbitanti dal corso e dall'ordine della natura, come pure dalla conoscenza degli uomini>>.
Streghe e stregoni non dovevano più subire nei processi la ricerca, del marchio satanico il cui rinvenimento valeva quanto una confessione, dato che esso costituiva la prova più esemplare del patto diabolico. 
La stregoneria veniva trattata in maniera diversa dagli altri delitti, con mezzi, che andavano dal <<giudizio di Dio>>, e finivano, sui roghi ardenti: ora essa, veniva punita per ciò che si accertava avesse commesso s'indegno la persona ritenuta colpevole, ma considerata come essere umano comune>>. 
Nell'editto che ufficialmente pone fine alla caccia alle streghe, non si fa mai uso del termine <<strega>>, <<stregone>>, salvo come indicazione di definizione generica e neppure del termine <<stregoneria>>, sostituito da quello più generale ma concettualmente determinante lo spirito dei nuovi tempi, di <<pretesa magia>>. 
Risultano due distinte categorie criminali: <<coloro che fanno uso di malefici e veleni>> e coloro che <<sotto la vana etichetta di indovini, maghi, stregoni ed altre consimili denominazioni, condannate dalle leggi divine ed umane, infettano e corrompono lo spirito del popolo coi loro discorsi e le loro pratiche>>. 
I rei rispondono di truffa, di impostura, di sacrilegio, di empietà, di profanazione, di veneficio; ma il tutto presuppone un debito nel quale non ha alcun gioco il trascendentale, il terrore di Satana, il credito nell'intervento diabolico, sul quale, si era fondato un tipo di giustizia ecclesiastica e civile che aveva inondato l'Europa di tanto sangue innocente. 
Mandrou :<<nel complesso è chiaro che l'editto, non riconoscendo che una "pretesa magia", comporta implicitamente la negazione del patto diabolico e delle pratiche caparbie legate al sabba, e ai malefici tradizionalmente denunciati dagli antichi demonologi. Questo silenzio totale equivale indiscutibilmente ad un rifiuto di considerare come validi tali capi d'imputazione: in ultima analisi le sole cose che contano sono gli atti sacrileghi e l'uso di veleni>>. Indovini, maghi e stregoni, se si limitano a sfruttare la dabbenaggine e l'ignoranza dei cittadini, rispondono di truffa e di impostura. 
La profanazione è reato ben più grave anche se Satana non è più alleato di chi ha commesso il sacrilego atto, la profanazione è il delitto che offende <<ciò che la religione ha di più sacro>>: essa va punita con la morte, così come il veneficio. 
Veniva cancellato l'ostacolo metafisico, e, ottenuta così l'eliminazione di Satana quale componente della caccia alle streghe, le norme dell'editto non erano altro che presa di coscienza individuale e collettiva nei confronti della paura che la confusione tra naturale e soprannaturale aveva reso, impossibile discriminare. 




domenica 15 maggio 2022

La fortuna dell'enciclopedia

 La fortuna dell'enciclopedia


Enciclopedia


Palazzo dell'Eliseo. Parigi. 


Parigi

Dopo le lotte degli anni 1751-1759, la condanna del Parlamento di Parigi colpì una fenice destinata a rinascere dalle sue ceneri nel corso degli anni seguenti: la ristampa lucchese, le due edizioni di Livorno, i supplementi e le rielaborazioni francesi, le numerose edizioni svizzere, gli adattamenti e le traduzioni russe, si susseguirono, in un diagramma tangibile della diffusione delle idee dell'Europa dei lumi. Rivoluzione francese: quando il riflusso controrivoluzionario e antigiacobino addossò a Rousseau e a Voltaire e ali enciclopedisti la "faute" del Terrore, anche l'opera simbolo stesso dei lumi fu coinvolta in una sommaria condanna. Alle soglie del nuovo secolo, il materialismo, l'irreligione, la critica sociale e politica, il pragmatismo scientifico e tecnologico dell'Enciclopedia apparvero dotati di una carica eccesiva: demoni da esorcizzare. 
Il disinteresse degli studiosi per l'Enciclopedia, dal secolo XIX fino ai primi decenni del XX, fu l'effetto di quella condanna, il riflesso dell'opera di esorcizzazione. I manuali e le opere di sintesi minimizzavano e travisavano, il ruolo svolto degli enciclopedisti nella cultura scientifica, politica ed economica dell'età loro. L'Enciclopedia figurava come metafora mal nota, da rendere attuale la metafora con cui si era espresso Federico il Grande a proposito del viaggio in Russia di Diderot, passato a nord del confine prussiano: <<Un grande fenomeno enciclopedico, descrivendo una ellissi ha sfiorato i limiti del nostro orizzonte; i raggi della sua luce non sono giunti fino a noi...>>
Nel 1951 il bicentenario della pubblicazione dell'Enciclopedia coincise, con una diffusa ripresa di interesse per la cultura e la filosofia dei lumi. Nel 2001 la scadenza celebrativa del 250° anno ha fornito un'occasione di bilancio e nuovi programmi di ricerca. La minuta industria filologica che si esercita ha affrontato una serie dei problemi testuali: i contributi autonomi, la ricerca delle "fonti" di singole voci, l'identificazione delle varie mani che hanno cooperato alla manipolazione enciclopedica, i raffronti con gli scritti extra-enciclopedici degli stessi autori, le biografie e il destino ulteriore dei collaboratori massimi e minimi, infine la decifrazione di un linguaggio spesso volutamente contraddittorio, elusivo o mistificato. 
Si colma una lacuna molto vistosa: porre sotto gli occhi di chi non partecipa direttamente ai lavori i testi che sono al centro delle discussioni tra specialisti. Il Discorso preliminare di d'Alembert, la voce Economia politica di Rousseau, gli articoli di Diderot e dei teorici della Fisiocrazia, si sono moltiplicate nelle varie raccolte di opere dei singoli autori. Numerose scelte antologiche presentano l'Enciclopedia quale realmente fu: <<una macchina da guerra, un dizionario tecnico e scientifico, un'opera di collaborazione e di contemplazione. Sono state fatte selezioni o ristampe integrali dei volumi di planches, volte a soddisfare diversi interessi: la documentazione tecnologica e scientifica, l'iconografia delle arti e dei mestieri, gli usi e costumi, il gusto estetizzante per la grafica libraria, e così via. Altre selezioni, hanno attratto l'attenzione sulle voci più significative di contenuto politico e sugli articoli-chiave dell'ideologia. 
E' possibile consultare on-line, l'edizione originale francese. Navigando in rete è possibile avere accesso a: repertori, notiziari divulgativi e didattici, annunci di seminari e convegni, informazioni biografiche riguardanti l'impresa i suoi promotori e collaboratori, lo stato delle ricerche, le singole voci, le planches, e così via. 








mercoledì 11 maggio 2022

Enciclopedia. Cartesianismo. Casuista, cerimonie. Avvertenze degli editori.

 Enciclopedia. Cartesianismo. Casuista, cerimonie. Avvertenze degli editori



Illuminismo

Cartesianismo

Si è sempre molto discusso, sul nesso storico Descartes-illuminismo. Il giudizio sull'eredità della fisica e della filosofia cartesiana, pronunciato sulle colonne dell'Enciclopedia: abbé Pestré (1723-1821), riecheggia la più autorevole opinione di d'Alembert, che concluse l'articolo con un'ironica pagina dedicata ai cartesiani attardati dagli anni recenti ed ai pedanti d'ogni età. 

Casuista, cerimonie

Il primo di questi articoli, dovuti a Diderot, è connesso al precedente Oius-Locutius, dal quale riprende l'argomentazione circa la lbertà di stampa; il secondo è uno dei molti saggi di critica illuministica della religione, che Diderot confinava nelle voci minori o minime. Un'eco di Pascal, di Bayle, o di Spinoza, un tema elaborato dalla cultura libertina o deistica, affiorano sotto sapienti eufemismi: è la tecnica mistificatoria, imposta alla censura, della quale si è voluto dare qualche esempio.

Avvertenza degli editori (al volume terzo)

Prevede il volume terzo dell'Enciclopedia, ed è opera di d'Alembert. <<Il terzo volume apparve dopo un'interruzione di circa due anni, causata dalla persecuzione ch'era stata suscitata contro gli autori dell'opera in occasione dei primi due volumi. E non doveva esser l'ultima>>. La soppressione decretata dal Conseil du Roy con l'Arrest del 7 febbraio 1752, dopo l'affaire de Prades ed agli attacchi del <<Journal de Trévoux>>, che avevano trovato accoglienza presso Luigi XV. L'iniziativa personale di d'Alembret fu risolutiva per la ripresa della pubblicazione, con il volume III, nel novembre del 1753. Pagine colme <<di una strana combinazione di apologia, vanagloria, e di quell'irritante compiacimento, che gli avversari dei philosphes trovarono così esasperante>>. Aveva dato un efficace appoggio il direttore della Libraire, Malesherbes.  






martedì 10 maggio 2022

Diderot, Rousseau, d'Alembert

Diderot, Rousseau, d'Alembert


Jean-Baptiste Le Rodn d'Alembert, 16 novembre 1717, 29 ottobre 1783.


Denis Diderot, 5 ottobre 1713, 11 luglio 1784. 




Enciclopedia, Illuminismo. 


Montesquieu, 18 gennaio 1689, 10 febbraio 1755.


Jean-Jacques Rousseau, 18 giugno 1712, 2 luglio 1778.

Difficoltà insormontabili si oppongono alla lettura critica dell'intera Enciclopedia. Progressi sono stati compiuti dagli studiosi, anche coloro che la considerano, a loro modo, un classico sono consapevoli che i sessantamila articoli della compilazione, riguardanti ogni sorta di conoscenze e attività umane, non potranno mai essere oggetto di un'indagine filologica esaustiva. Un aiuto è venuto dall'uso di strumenti della ricerca informatizzata. La maggior tentazione consiste nel seguire le innumerevoli nervature dell'albero enciclopedico, alla ricerca di una chiave di lettura interna che consenta l'identificazione completa delle fonti, la ricostruzione dei nessi tra le singole voci e i loro autori, i confronti con la cultura contemporanea. L'opera di consultazione, composta com'è con materiali eterogenei e spesso di seconda mano, ha circolato ed esercitato storicamente la sua influenza in Europa e nel mondo sia nell'edizione princeps, sia in innumerevoli adattamenti e rielaborazioni.
La storia "politica" dell'Enciclopedia e i conflitti ideologici con cui essa dette luogo: "manifesti" introduttivi, come il Discorso preliminare di d'Alembert, il Prospectus di Diderot, la premessa ai volumi III e VIII. 
La premessa del volume V, il grande Elogio di Montesquieu scritto da d'Alembert, le voci Enciclopedia e di Diderot, e Ginevra di d'Alembert, l'elogio di Montesquieu e l'annessa Analisi indicano anche un'altra delle direzioni nelle quali ci si è mossi: chi consideri l'utilizzazione che gli enciclopedisti fecero dell'Esprit des Lois in voci politiche, come Cristianesimo, Governo, le voci dedicate alle singole voci di governo; e le allusioni a Montesquieu nel Discorso preliminare e nella voce Eclettismo di Diderot, e infine l'articolo Gusto, la presenza nell'Enciclopedia di Montesquieu, fu fondamentale. 
Jean-Jacques Rousseau è la terza grande figura dell'illuminismo francese che non poteva non essere rappresentata almeno con il suo contributo più importante: Economia politica. Questa voce, attraverso i rinvii alle altre voci politiche dei primi volumi, rileva implicanze non prive di interesse. 
I due protagonisti dell'Enciclopdia, Diderot e d'Alembert. Il caso degli oltre cinquemila articoli o supplementi forniti da Diderot, è da tempo al centro della ricerca. L'edizione di John Laugh e Jacques Proust ha offerto un corpus attendibile di testi e documenti, fondato su un esauriente status quaestionis e sull'esame dei problemi di attribuzione irrisolti. Tra gli articoli politici attribuibili a Diderot, si sono inclusi Aius-Locutius, Autorità politica, Diritto naturale, Gesuita, che dettero origine a varie controversie. Tra gli articoli riguardanti la critica della religione o della superstizione: Bibbia, Casuista, Cerimonie, Credulità, che si sono inclusi. Altre voci Cristianesimo, Fanatismo di Deleyre, Tolleranza di Romilly, Ngombos e Preti di Holloch, tra le più vigorose rivendicazioni della libertà di coscienza nell'Encicopedia, hanno il vantaggio di presentare il tema sotto angolature diverse. 
L'archivio di Diderot include articoli che non sono opera sua, tra i quali Cartesiano e Newtonianismo, siglati da d'Alembert e Yvon, e dal solo d'Alembert, e la voce anonima Filosofo. La collaborazione di Diderot come autore di voci di storia della filosofia diventò assidua soltanto a partire dal volume quinto, con l'articolo Eclettis o, del quale si sono tradotte le pagine più personali. Le filosofie più affini alle dottrine correnti nei circoli illuministici: oltre a Eclettismo, si sono tradotte le voci Epicuireismo, Hobbismo, Locke, Macchiavellismo, Pirroniana o Scettica, Socratica. Questa scelta intende altresì documentare la tematica che Dideot trasse da Brucke e utilizzò negli altri scritti filosofici. 
Si sono tradotte le voci di argomento estetico Bello e Genio. La voce Animale, serie di appunti quanto mai significativi presi in margine all'Histoire naturelle di Buffon del 1749; e inoltre Anima, Fortuito, Nascere, Niente, Spinozista, alcuni tra i più singolari esempi della tecnica con la quale Diderot andava inserendo idee materialistiche che non potevano essere esposte nelle voci principali. Questi testi giovano all'interpretazione del Reve de d'Alembert e degli Elemens de physiologie, e mostrano la continuità della riflessione filosofica diderotiana, degli scritti giovanili e quelli della maturità. Voce d'argomento morale come Deizioso, e una i critica sociale come Corte "campioni" di innumerevoli altre, dissimulate sotto pretesti lessicali o grammaticali. Gabinetto di storia naturale rinvia a temi analoghi presenti nell'Intérpretation de la nature. Jacques Proust ha fatto osservazioni pertinenti circa il lavoro effettivamente svolto in proposito da Diderot. La voce programmatica Arte, è la chiave del <<dizionario tecnico>>; insieme con talune pagine del Prospectus e della voce Enciclopedia essa offre, le considerazioni personali, teorie e pratiche, che Diderot fece in margine a quest'apetto così essenziale dell'Enciclopedia. 
D'Alembert. A parte il Discorso preliminare, l'Avvertenza al volume III, l'Elogio di Montesquieu, Ginevra, manca di un esame dei suoi contributi personali all'Enciclopedia. La sua sigla O contrassegna, le agginte agl articoli scientifici, una serie si articoli derivanti da scritti precedenti, oppure ripresi e sviluppati in lavori successivi, che tracciarono le linee dell'epistemologia e dell'ideologia enciclopedica. La connessione esistente tra il Discorso preliminare e gli articoli enciclopedici da un lato, gli Elémens de philosphie (1759), dall'altro. Le aggiunte all'articolo Attrazione, e le voci Elementi delle scienze e Sperimentale, confermano l'utilità di simili confronti per chi voglia comprendere l'originale elaborazione di idee epistemologiche, che dai lavori di meccanica e astronomia condusse d'Alembert, dove confluirono gran parte dei testi scientifici già scritti per l'Enciclopedia. Le voci Attrazione, Dinamica, Gravitazione, Newtonianismo presentano alcuni aspetti notevoli di d'Alembert fisico newtoniano. Altre voci curiose e notvoli - come Cortigiano, Copernico, Geometria, Fortuito - dimostrano la brillante verstilità del grande matematico, e la sua costante presenza a fianco di Diderot, talora con sottili antagonismi nell'affermazione delle idee forza dei lumi. La citica degli istituti educativi dell'ancien régime e la proposta di una nuova pedagogia, accolte in Sperimentale e nel più noto collegio. 














domenica 8 maggio 2022

Streghe, demoni e inquisitori

 Streghe, demoni e inquisitori


Tematiche aderenti per fatti consimili o per aspetti di uguale interesse e portata. Da parte di inquisitori di <<provenienza>> cattolica e quelli di <<provenienza>> protestante, uguale e pari fu la reazione, convinti com'erano i giudici che gli antagonisti erano ispirati da Satana, e che Satana stesso, li costringesse attraverso le streghe a dimostrare la loro più intrinseca aderenza alle norme dei rispettivi schieramenti confessionali. Non solo cattolici e protestanti dovevano combattere una loro battaglia sui privilegi religiosi, ma ciascun gruppo, sia prendendo a pretesto la serie di disgrazie dell'epoca, sia per dimostrare la maggiore abilità di combattere il demonio rispetto alla parte avversa, si avvalsero di streghe e stregoni come capri espiatori, mettendo in atto una repressione organizzata e razionale all'interno dei confini di ciò che l'ortodossia stretta considerava irrinunciabili e contro elementi creduti, a torto o a ragione, rappresentanti di Belzebù. Gli inquisitori di qualunque estrazione religiosa si ritrovarono d'accordo sulla necessità di eliminarli e, cattolici e protestanti, furono egualmente spietati. 

La componente della sensualità, entra a far parte della stregoneria: da un canto il delirio sensuale, gli atti di fornicazione, di sodomia, di bestialismo veri o immaginari da parte delle streghe e degli stregoni, dall'altro gli espliciti riferimenti, le insistenze, le argomentazioni scabrose e conturbanti sui comportamenti erotici delle vittime, richiesti, sollecitati, estorti dagli inquisitori. 

La volontaria, impudente, viziosa descrizione e, nel caso degli esorcisti, la partecipazione fisica che viene soddisfatta, raccontata dalle streghe e accolta dall'autorità giudicante. 

Le monache, costrette nei chiostri senza vocazione, impedite perciò nelle manifestazioni più esuberanti della loro femminilità, frustrate da una castità impraticabile, sfogarono sotto le pratiche esorcistiche la loro lussuria più sfrenata, commettendo ogni sorta d'indecenza: il solo fatto che donne rispettabili, badesse, monache,  potessero essere palpeggiate, esaminati fisicamente nelle loro più nascoste intimità dai sacerdoti, dagli ispettori ecclesiastici, dagli esorcisti e talvolta viste anche da folle di uomini mentre si sollevavano le tuniche ed esibivano gli organi genitali, sentite mentre riferivano discorsi ricchi di parole sconce, di incitamenti al coito, era, per loro, determinante per un appagamento sessuale del quale altrimenti sarebbero state escluse.

Da un canto ci troviamo di fronte al misticismo più spinto, al fanatismo più duro che rese tali uomini insensibili a comprendere e giustificare le debolezze umane; dall'altro ci troviamo di fronte al misticismo più spinto, al fanatismo più duro che rese tali uomini insensibili a comprendere e giustificare le debolezze umane; dall'altro ci troviamo di fronte alla perversità, alla lascivia, alla licenziosità di uomini, che profittando delle circostanze diedero sfogo alle loro passioni inibite, sviluppando la loro concupiscenza esacerbata dai desideri tanto eccitati. 


venerdì 18 marzo 2022

Maghi, sciamani e stregoni

 Maghi, sciamani e stregoni 


La magia occupa uno spazio sconfinato nella letteratura specialistica ed è presente anche in molte discipline accademiche, tra cui la storia, l'antropologia, l'etnologia e la sociologia. 
Alcuni ritratti di Massoni, Rosacroce, maghi e astrologi - tra cui Casanova, Cagliostro, Francis Bacon, Nostradamus, Lord Byron, l'imperatore Adriano - stati rivisitati sulla base di documenti poco noti e di supporti letterari. 
- La magia, riferita al proprio contesto originario, di tipo storico-sociale, come un'esigenza collettiva. Lo sciamanismo è fondamentale nella società di condivisione, in cui l'individuo non è che una cellula del corpo sociale. Alla sua origine c'è la ricerca del cibo, il mistero della riproduzione umana, della natura e della morte: esigenze alle quali le pratiche magiche danno una risposta animistica volta a mantenere l'armonia tra gruppi umani ed energie cosmiche. 
- In seguito alla creazione dei grandi imperi, la magia tendenzialmente si è individualizzata, diventando divinazione, mantica, voce oracolare rivolta soprattutto agli individui, al loro benessere materiale e spirituale. 
Il pensiero magico si è specializzato nel prevedere e confermare il potere di alcuni uomini e caste sugli altri. 
- La comparsa, nell'epoca moderna, di società di transizione, nelle quali il soggetto collettivo. 
- Popolo, massa, classi - ha assunto nuova importanza decisionale e trasformativa. In esse il linguaggio polimorfo e trasmutativo della magia, incarnata da Ordini quali i massoni, i Rosacroce, i Carbonari, ha trovato la propria espressione specifica nella trasformazione della materia grezza, nell'elaborazione architettonica, nell'alchimia sociale e politica. Le sette politiche, fin dal XVII secolo, hanno tentato di appropriarsi dei segreti esoterici e dei saperi ermetici, per abbattere il sistema dominante, oppressivo o autocratico. .


giovedì 17 marzo 2022

Gli ordini cavallereschi

 Gli ordini cavallereschi


Gli ordini cavallereschi


Storia universale degli ordini cavallereschi, la particolare matria ha fonti che, quasi sempre, non offrono una assoluta certezza. 

Nel suo ampio <<excursus>> l'opera offre, un affascinante panorama storico degno di essere rinverdito, in tanti aspetti, alla mente degli immemori. Per l'attualità di certi suoi valori, che nella pratica si traducono in comportamenti d'onestà e solidarietà umana, rispetto per la parola data, protezione dei deboli, ripudio dell'inganno e dell'inutile violenta, lealtà verso i propri stessi nemici. 

Attraverso la storia degli ordini cavallereschi, raccontata in tutta la sua aura di gloria e d'avventura, appare chiaro quanto possa essere avvertita nella società contemporanea l'esigenza di tali valori, che nel loro insieme esprimono generosità e altruismo.


sabato 11 dicembre 2021

L'illuminismo. Bello. Bibbia

 L'illuminismo


Bello


Questa voce - forse la più frequentemente ristampata e tradotta di quante Diderot ne scrisse per l'Encyclopedie - ha dato luogo a malintesi e fraintendimenti. E' stata interpretata come una prima formulazione, giovanile e immatura, di problemi e temi d'estetica che Diderot affrontò con altra concretezza e maturità nelle analisi dei Salons e negli Essais sur la peinture. 
Dopo la rassegna delle idee estetiche di Platone, sant'Agostino, Wolf, Crousaz, Diderot si sofferma su Hutcheson: sopprime con cura ogni riferimento allo sfondo teologizzante o finalistico della sua Inquiry. Nella seconda parte dell'articolo, tenta di dare una definizione personale del bello. a) sostituisce all'ideale armonico, geometrico e platonizzante di Hutchson il concetto puramente empirico di <<rapporto>>; b) afferma, con una serie di ben dodici argomenti, la relatività del concetto di bello e la varietà dei giudizi di gusto tra gli uomini laddove Hutchson aveva lungamente insistito sull'universalità del senso estetico innato. L'articolo  è un significativo rifiuto dello sfondo metafisico sul quale Shaftesbury e Hutchson avevano condotto le loro ricerche d'estetica, laicizzazione  e relativizzazione del gusto, orientamento contemporaneo della genealogia e dell'estetica inglese di scuola empiristica. Alla fine dell'articolo, Diderot riprende l'idea di <<caso>> e creatività l'immanente della natura, che aveva formulato nelle Pensées philosphiques (1746). Così Bello rientra pienamente nella complessa evoluzione intellettuale diderotiana degli anni 1745-1754. 

Bibbia


Diderot: <<Un seducente programma di enciclopedia biblica; con l'ampiezza della sua visuale, il suo genio pedagogico, il suo senso innato di sintesi, andava al di là dei più audaci programmi di Spinoza, Leclerc, Richard Simon; la Bibbia s'iscriveva entro tutta la prospettiva del mondo orientale: dei grandi imperi la cui storia comparata era tutta del fare, delle civiltà misteriose da resuscitare... in questa luce, la Bibbia si illuminava e rivelava, più che un messaggio divino, gli annali d'un popolo, ma anche la sua letteratura e la sua religione, finalmente studiate in modo obiettivo. Ovunque, in questo magnifico articolo, circola il pensiero del Tractatus theologico-politicus, soprattutto per ciò che riguarda lo stile della Scrittura e le testimonianze a noi ignote che furono le fonti probabili del Pentateuco...>>. 







venerdì 10 dicembre 2021

L'illuminismo. Attrazione, Autorità politica

 L'illuminismo

Attrazione


Dopo gli scritti di Pemberton, Munchenbrock, 's Gravesande, Maupertuis, Algarotti, Voltaire, il <<newtonianismo>> era parte integrante della cultura illuministica. L'Enciclopedia dedica articoli alla meccanica, ottica, astronomia e matematica newtoniane, siglati da d'Alembert. D'Alembert riprodusse integralmente la corrispondente voce della Cyclopedia di E. Chambers. Figura in questa scelta - insieme con l'altra grande voce Newtonianismo - per documentaree la <<presenza>> di Newton nell'Enciclopedia. La compilazione è condotta sulla base dei testi: il manuale di Mussechenbrock e, per la seconda parte, un saggio di John Keill. Il giudizio personale di d'Alembert figura nelle pagine conclusive, e sarà ripreso negli Elémens de philosophie.


Autorità politica



Luigi XV

Articolo politico scritto da Diderot: il contenuto dottrinale rielabora ad intenzione dei censori, le dottrine contrattualistiche di Grozio, Locke, Pufendorf, Barbeyrac. Se l'idea del potere fondato sul consenso popolare o contratto era ormai corrente in Inghilterra, in Francia essa appariva sovversiva. <<Il principe riceve dai suoi stessi sudditi l'autorità che esercita su di essi... Non può disporre del suo potere e dei suoi sudditi senza il consenso della nazione e indipendentemente dalla scelta iscritta nel contratto di sottomissione...>>: per la monarchia di Luigi XV, un linguaggio temerario. Il padre Berthier, si appellava senza mezzi termini al braccio secolare. Il 7 febbraio '52 un Arrest del Conseil du Roi <<sopprimeva>> i primi due volumi dell'Enciclopedia. Una ripercussione dell'affaire de Prades, alla decisione non fu estranea l'opera del direttore del <<Journal de Trévoux>>: varie testimonianze contemporanee attribuiscono il decreto di soppressione all'insonne iniziativa gesuitica presso la corte. Autorità politica fu uno dei principali capi d'accusa contro l'Enciclopedia  della prima crisi del '52. Notevole è la replica di Diderot.  




sabato 30 ottobre 2021

Enciclopedia. Anima, anima delle bestie, animale

 Enciclopedia

Anima, anima delle bestie, animale


Il primo articolo Anima, è un'appendice materialistica ad una prolissa e anodina trattazione dell'abbé Yvon (Ame): vi sono precise conoscenze mediche e fisiologiche, quindi l'interesse dell'autore per la medicina post-cartesiana. L'impostazione circa il nesso soma-psiche, si ritrovano nei suoi scritti posteriori del Sogno di d'Alembert agli Elementi di fisiologia. 
Anima delle bestie è di Yvon, un collage di pagine tratte dal Saggio filosofico sull'anima delle bestie (1728), il trattatello del pastore luterano olandese D.R. Bouillier <<una pietra miliare nella storia della controversia circa l'anima degli animali>> (L.C. Rosenfield). Avevano partecipato i maggiori avversari e seguaci di Descartes e le sue implicanze teologico - filologiche sono un aspetto capitale della cultura proto - illuministica. L'importanza dell'articolo è documentaria anche se Boullier tenta un compromesso tra il meccanicismo della scuola cartesiana e la tradizione teologica, queste pagine apparvero pericolosamente "materialistiche". 
Animale dall'Histoire naturelle di Buffon, è un pastiche: le parti in corsivo di Diderot radicalizzano un senso "materialistico" e le distinzioni Buffoniane tra <<vivo>> e <<morto>>, uomo e animali, animali e piante, organismi e minerali; la continuità della chaine des étres. Egli lesse i primi volumi di Buffon quand'era in carcere a Vincennes, nell'estate 1749.
I tre articoli presentano un aspetto notevole dell'antropologia, biologia e psicologia enciclopedistiche. 

Un avversario, A. Chaimeis:
"Quali sono le proprietà dell'uomo? Come, dirà il lettore non ammettono dunque assolutamente alcuna differenza tra noi e gli altri animali? Vogliono uniformare le varie specie animali? E l'uomo non sarà in nulla superiore alle bestie, giacché si accorda ad essi intelligenza e libertà? Quale sarà dunque il punto che li differenzia? ... Essi tentano di distruggere le ragioni della diversità che si adduce tra gli animali e gli altri esseri... Tutta la questione consiste nel sapere se le pietre, la terra e la materia inanimata hanno o no intelligenza... Si sente che l'autore si vergogna del suo proprio sistema. Lo propone tremando. Non svolge tutto ciò che espone. E' Buffon che parla, e non osa dire di più: ma poiché è caratteristico di un enciclopedista osar tutto e non arrossire di nulla, Diderot, redattore di quest'articolo, non si cura di trattenersi entro quei limiti. Indubbiamente è d'accordo, in fondo, con Buffon, che quest'opinione è contraria alla religione, ma ciò non lo preoccupa. Edifica la medesima opinione, e sostiene ch'essa non ripugna né alla ragione, né alla Rivelazione, e se n'è contraddizione, questo appunto è il suo intento... Così, secondo l'Enciclopedia, la facoltà di pensare risiede in tutti gli esseri..." 





Enciclopedia. Discorso preliminare

 Enciclopedia

Discorso preliminare



Discorso preliminare

Quando compose il "manifesto" ideologico dell'Enciclopedia, d'Alembert aveva trentadue anni: taluni dei suoi più importanti lavori erano già noti. Vi si erano precisati una metodologia e uno stile personale, espressi nel teorema meccanico che va ancor oggi sotto il nome di <<principio di d'Alembert>>. Esso è la magistrale generalizzazione seduzione ad un'unica formula di tutta una serie di problemi di statica e dinamica. Un'estensione o trasposizione di questo criterio "economico", dal dominio della meccanica a quello della genesi delle idee e della connessione delle conoscenze può rintracciarsi in: <<la quintessenza delle conoscenze matematiche, filosofiche e letterarie acquisite dall'autore in vent'anni di studi>>.  E' presente nella rigida concatenazione e dedizione dei <<principi>> delle varie scienze, nella sintesi delle branche del sapere nel rigoroso rispetto del certo e del positivo: <<ci siamo accontentati qui di spiegare - commentò qualche anno dopo - come i diversi oggetti della natura, considerati dapprima separatamente, poi uniti, accostati, combinati, approfonditi, scomposti e ricomposti, hanno guidato gli uomini dall'una all'altra scienza. Costretti a mantenersi a distanza, per abbracciare una prospettiva così immensa e composta così numerose e disparate, non abbiamo potuto gettarvi che un'occhiata rapida e generale>>. La "filosofia" empiristica e positivistica  del Discorso nasceva da una riflessione sul metodo sperimentale. Vi si ritrovano gli insegnamenti dei maestri dell'epistemologia o empiristica in senso lato: l'analisi lockiana delle "idee", l'esigenza cartesiana di un'unità del sapere, la prospettiva enciclopedica baconiana. La parte storica del Discorso, disegna con concisa eleganza tutta una galleria d'illustri antenati. Tale pluralità di punti di vista, presenta alcune incoerenze, di cui l'autore è ben consapevole, ma consentono anche un assetto provvisorio della filosofia dei lumi, utile per la battaglia ideologica che s'inizia nel 1751. D'Alembert lavorerà all'approfondimento della prospettiva qui offerta: al di là del suo immediato peso "ideologico", il Discorso va studiato anche come il primo abbozzo dell'epistemologia di d'Alembert. 




mercoledì 20 ottobre 2021

Il Vodu. Premessa

 Il Vodu

Premessa


Il termine Vodu (Vodou, Voodoo, Voudou, Voudon) ha origine nella lingua dei Fon e degli Ewe del Benin, dall'antico regno del Dahomey, e più precisamente del termine vodu o vodun, il cui significato è <<dio>>, <<spirito>>, <<feticcio>>. Il termine indica un sistema religioso presente in varie zone della Terra, e più precisamente in Africa Occidentale, in Nordamerica, nei Caraibi, in Brasile e ora anche in Europa, a seguito del grande processo migratorio che sta interessando questa parte del mondo. 
Quando si pronuncia la parola <<Vodu>>, chi ascolta la collega quasi sempre alla versione più celebre di questa religione e cioè il Vodu di Haiti, molto propagandato soprattutto dl cinema hollywoodiano e purtroppo spesso non solo assai poco capito, ma il cui senso è stato senza dubbio anche travisato. 





domenica 10 ottobre 2021

Enciclopedia. La fortuna dell'Enciclopedia

 Enciclopedia

La fortuna dell'Enciclopedia


Enciclopedia. Diderot e d'Alembert


Palazzo dell'Eliseo. Parigi


Parigi

Dopo le lotte degli anni 1751-1759, la condanna del Parlamento di Parigi colpì una fenice destinata a rinascere dalle sue ceneri nel corso degli anni seguenti: la ristampa lucchese, le due edizioni di Livorno, i supplementi e le rielaborazioni francesi, le numerose edizioni svizzere, gli adattamenti e le traduzioni russe, si susseguirono, in un diagramma tangibile della diffusione delle idee dell'Europa dei lumi. Rivoluzione francese: quando il riflusso conrtorivoluzionario e antigiacobino addossò a Rousseau e a Voltaire e ali enciclopedisti la "faute" del Terrore, anche l'opera simbolo stesso dei lumi fu coinvolta in una sommaria condanna. Alle soglie del nuovo secolo, il materialismo, l'irreligione, la critica sociale e politica, il pragmatismo scientifico e tecnologico dell'Enciclopedia apparvero dotati di una carica eccesiva: demoni da esorcizzare. 
Il disinteresse degli studiosi per l'Enciclopedia, dal secolo XIX fino ai primi decenni del XX, fu l'effetto di quella condanna, il riflesso dell'opera di esorcizzazione. I manuali e le opere di sintesi minimizzavano e travisavano, il ruolo svolto degli enciclopedisti nella cultura scientifica, politica ed economica dell'età loro. L'Enciclopedia figurava come metafora mal nota, da rendere attuale la metafora con cui si era espresso Federico il Grande a proposito del viaggio in Russia di Diderot, passato a nord del confine prussiano: <<Un grande fenomeno enciclopedico, descrivendo una ellissi ha sfiorato i limiti del nostro orizzonte; i raggi della sua luce non sono giunti fino a noi...>>
Nel 1951 il bicentenario della pubblicazione dell'Enciclopedia coincise, con una diffusa ripresa di interesse per la cultura e la filosofia dei lumi. Nel 2001 la scadenza celebrativa del 250° anno ha fornito un'occasione di bilancio e nuovi programmi di ricerca. La minuta industria filologica che si esercita ha affrontato una serie dei problemi testuali: i contributi autonomi, la ricerca delle "fonti" di singole voci, l'identificazione delle varie mani che hanno cooperato alla manipolazione enciclopedica, i raffronti con gli scritti extra-enciclopedici degli stessi autori, le biografie e il destino ulteriore dei collaboratori massimi e minimi, infine la decifrazione di un linguaggio spesso volutamente contraddittorio, elusivo o mistificato. 
Si colma una lacuna molto vistosa: porre sotto gli occhi di chi non partecipa direttamente ai lavori i testi che sono al centro delle discussioni tra specialisti. Il Discorso preliminare di d'Alembert, la voce Economia politica di Rousseau, gli articoli di Diderot e dei teorici della Fisiocrazia, si sono moltiplicate nelle varie raccolte di opere dei singoli autori. Numerose scelte antologiche presentano l'Enciclopedia quale realmente fu: <<una macchina da guerra, un dizionario tecnico e scientifico, un'opera di collaborazione e di contemplazione. Sono state fatte selezioni o ristampe integrali dei volumi di planches, volte a soddisfare diversi interessi: la documentazione tecnologica e scientifica, l'iconografia delle arti e dei mestieri, gli usi e costumi, il gusto estetizzante per la grafica libraria, e così via. Altre selezioni, hanno attratto l'attenzione sulle voci più significative di contenuto politico e sugli articoli-chiave dell'ideologia. 
E' possibile consultare on-line, l'edizione originale francese. Navigando in rete è possibile avere accesso a: repertori, notiziari divulgativi e didattici, annunci di seminari e convegni, informazioni biografiche riguardanti l'impresa i suoi promotori e collaboratori, lo stato delle ricerche, le singole voci, le planches, e così via. 








mercoledì 29 settembre 2021

Enciclopedia. Storia dell'Enciclopedia

 Enciclopedia

Storia dell'Enciclopedia


Illuminismo


Luigi XV


Madame de Pompadour


Enciclopedia 1755, la <<concatenazione delle scienze>>. <<Scopo di un'enciclopedia è accogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra, esporne ai contemporanei il sistema generale, trasmetterle ai posteri, affinché l'opera dei secoli passati non sia stata inutile per i secoli avvenire, affinché i nostri nipoti, diventando più istruiti, diventino nello stesso tempo più virtuosi e più felici...>>. Diderot si riferisce ad alcune sintesi che rispecchiavano gli antichi sogni di onniscienza: le enciclopedie medievali, i progetti di Bacone e di Leibniz, i <<teatri della memoria>>, la rinascenza alle summae pansofiche del primo Seicento, dai dizionari di Furetiére e Moréri. Tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII la rivoluzione scientifica, aveva imposto un nuovo assetto all'albero enciclopedico. I <<teatri di macchine>> del secolo XVII avevano aperto la strada ai vari reperti di tavole e descrizioni dedicate ai mestieri e all'artigianato, apparsi anche un Francia e descrizioni dedicate ai mestieri e all'artiginato, apparse anche in Francia e spesso citate come i modelli più prossimi della <<descrizione delle arti>> intrapresa dagli enciclopedisti. Inghilterra: il Lexicon technicum (cinque edizioni tra il 1704 e il 1736), di Ephraim Chambers, apparsa in italiano a Venezia fin dal 1748. Le Breton, Briasson, Dsvid e Duran si associarono per mettere sul mercato una traduzione francese della Cyclopedia di Chambers. Il progetto fu affidato a Diderot e d'Alembert, il primo di curare la filosofia e le belle lettere, il secondo le matematiche. I dieci volumi previsti, crebbero in corso d'opera fino a ventotto, undici di planches dedicate alla descrizioni delle arti e dei mestieri. L'impresa soddisfava un ampio strato sociale ed economico in pieno sviluppo. I collaboratori erano uomini di punta nella pubblica amministrazione, nell'industria, nell'insegnamento, nelle professioni liberali, nell'esercito e nelle alleanze letterarie e scientifiche. Alcuni erano ecclesiastici, altri aristocratici, addetti ad uffici statali come funzionari, intendenti ingegneri, medici, chirurghi, matematici o cultori di arti. Interpreti di un progetto culturale, già proteso verso l'avvento della rivoluzione industriale. L'interesse per la tecnologia e l'organizzazione industriale, le ricerche di economia politica, l'indagine critica sulle forme di governo, la polemica contro la mentalità teologica e religiosa, si componevano in un'ideologia laica e secolare che non rispettava l'autorità ed entrò in conflitto con la simbiosi tra il trono e l'altare che, nell'età di Luigi XV, recava ancora l'impronta dell'assolutismo del Re Sole.

<<Cambiare il modo di pensare comune>>; questo spiega la natura degli ostacoli che l'Enciclopedia incontrò sul proprio cammino, i conflitti in cui fu coinvolta e le crisi alle quali sopravvisse. 

Diderot, arrestato nel 1749, nella torre di Vincennes, fu liberato grazie alle pressioni dei librai associati. Prospectus, 1730, sono annunciati i criteri redazionali e le grandi linee dell'opera ormai imminente. Il successo commerciale ottenuto consentì ai promotori dell'impresa di difendere dagl attacchi convergenti degli avversari gesuiti, giansenisti e del <<partito devoto>> di corte. I primi due volumi, nel 1751 e nel 1752, furono attaccati dal <<Journal de Trévaux>> che insisté sulle accuse di plagio, sui difetti e sulle lacune dell'opera. Il discorso preliminare di d'Alembert, divenne oggetto di scandalo quando, l'abbé De Prodes, si laureò in teologia alla Sorbona con una tesi che ne ricalcava l'impostazione sensista. Gli avversari fecero epurare la facoltà, e nonostante la censura preventiva, che tutti gli articoli dell'Enciclopedia avevano subito, ottennero dal governo im primo arret, di soppressione. Le pressioni esercitate a corte sull'ambiente di Mme de Popmpadour, rimossero l'ostacolo e consentirono la pubblicazione del terzo volume, preceduto da un'Avvertenza in cui d'Alembert respingeva tutti gli attacchi. 

Sui giornali, gli oppositori proseguirono la loro campagna di diffamazione contro i volumi successivi, fino al 1757. Lo scoppio della guerra dei Sette anni e le relazioni amichevoli che i philosphes intrattenevano con Federico il Grande di Prussia li resero sospetti si intelligenza con il nemico. Un attentato contro Luigi XV provocò una serie di misure censorie di insinuazioni ostili, orchestrate dai libelli e satire da gazzettieri pagati dagli ambienti più retrivi della corte e del governo. L'articolo Ginevra, scritto da d'Alembert e ispirato da Voltaire, era una descrizione della situazione politico-religiosa della città che suscitò le rimostranze del clero calvinista ginevrino e provocò anche a Parigi una nuova campagna anti-enciclopedista. 1758 la Lettera a d'Alembert sugli spettacoli di Jean Jacques Rousseau, replica alla voce Ginevra, e del trattato Helvétius, De l'esprit, in cui si avvertiva l'eco delle idee materialistiche più radicali coltivate nella cerchia del barone d'Holbach. Il 23 gennaio 1759 il procuratore generale Omer Joly de Fleury sostenne la pubblica accusa dinanzi alla suprema corte di Francia contro otto opere empie che furono <<soppresse>>. Poco dopo il decreto di condanna della Santa Sede, pronunciato a Roma dal papa Clemente XIII, fece si che l'intera opera fosse inclusa nell'Index librorum prohibitorum. Fu concesso dall'autorità il permesso di pubblicazione dei volumi di planches. D'Alembert si ritirò dall'impresa mentre Diderot, con l'aiuto di Louis de Jaucourtm proseguì sotto la falsa indicazione di <<Neuf-chatel>> la pubblicazione degli ultimi nove volumi di testo <<censurati>> dallo stesso editore, completata nel 1766. La pubblicazione dei volumi di planches si protrasse fino al 1772. 






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