sabato 5 aprile 2025

La psicologia esoterica. Gli archetipi: mito e alchimia

 La psicologia esoterica

Gli archetipi: mito e alchimia


Archetipo


Caduceo di Hermes


Drago alchemico


Ermete Trismegisto


Solve et coagula


Zolfo

Il termine archetipo deriva dal greco antico e ha il significato di immagine (tipos) originario (arché). E' un termine che è stato usato in ambiti diversi per esempio in filosofia, come <<forma primitiva di un pensiero>>, ma il suo significato più diffuso lo dobbiamo a Jung che lo chiamò e modificò nel corso di tutta la sua opera monumentale. 
Per Jung l'archetipo è la struttura portante dell'inconscio collettivo che nel modello freudiano di psiche esiste solo un incontro paranormale, sede dei contenuti rimossi dalla coscienza, una sorta di immondezzaio psichico, l'inconscio collettivo è invece la sede di quelle che Jung chiama inizialmente <<immagini primordiali>>, successivamente <<dominati dall'inconscio collettivo>>, ed infine archetipo. Questo termine fu estrapolato non a caso dal Crpus Hermeticum. Il cui unico autore Ermete Trismegisto è appunto il padre <<dell'ermetismo>>, la dottrina occulta degli alchimisti. Il senso compiuto del termine gli vene però dagli scritti di Sant'Agostino che riferendosi alle <<idea principales>> (idee originarie) affermano che esse <<sono forme stabili e immutabili non create e perciò eterne e che si presentano sempre più nel medesimo modo. E mentre esse non periscano si dice che secondo esse non si forma tutto ciò che nasce e muore>>.
Tutta la psicologia junghiana è basata su una fortissima concezione dialogica, parimenti del resto alla concezione alchemica dove gli opposti, sole – luna, zolfo – argento, o nell'iconografia ermetica i due draghi e lo stesso caduceo oppure nell'ambito operativo con il solve -  coagula ricorrono continuamente, Il principio dialogico sembra potersi applicare a tutto ciò che ha una vita psichica, come principio organizzatore: il riconoscimento della polarità tra conscio e inconscio rende possibile la nascita della stessa psicologia dinamica. 
L'archetipo può essere riconosciuto dall'espressione simbolica presente nei miti, nelle favole e nei sogni, e solo in quanto rappresenta la piena realizzazione del principio dialogico. L'archetipo dell'anima si oppone alla persona, quello dell'Io all'Ombra, il Puer al Senes e così via. Tuttavia esso ne rappresenta anche la risoluzione o dissoluzione che si mostra nel <<Misterium Canimetionis>> l'archetipo del Sé. 
Anche se una psicologia archetipica sembra riproporci un universo di immutabili, un tesoro di verità nascosto nell'inconscio, in realtà proprio l'impostazione dialogica alla base della psicologia degli archetipi, cioè d'ammissione da parte della coscienza di un universo psichico che la nega e le si contrappone? Questa relativizzazione può essere applicata all'intero mondo archetipico che finisce per rappresentare anche un mito personale per cui i contenuti elaborati da una psicologia di questo genere sono necessariamente relativi. 
E' su questo punto che tutte le psicologie scientifiche sono cadute, la pretesa scientifica della psicologia junghiana è cro9llata nel momento stesso in cui l'universo archetipico è  stato assolutizzato al cospetto della coscienza mentre le psicologie spirituali hanno proposto leggi assolute dimenticandosi del relativismo stesso della conoscenza scientifica che si fonda sul dubbio. 
Da tutti gli altri modelli la psicologia esoterica non si propone di assolutizzare gli archetipi e la sua stessa visione: essi sono una delle trame possibili, uno dei modi di lettura della vita psichica, uno strumento da utilizzare consapevolmente. 
Persino l'esistenza dell'inconscio è un teorema non dimostrabile scientificamente: noi vediamo il prodotto di qualcosa che abbiamo deciso di chiamare inconscio. Questi prodotti sono i simboli, le immagini, le azioni, i sogni, le leggende che rappresentano qualcosa di comune a ciascuno di noi ciò che accomuna tutti è l'esperienza umana, la vita come presenza nel mondo che nella sua verità resta sempre indefinitamente irriducibile alla razionalizzazione e alla totale presa di coscienza. Perché qualcosa sfugge sempre: la vita in un certo qual modo non ci può dire nulla poiché sguscia dalle nostre mani come serpenti del caduceo ermetico e nel farlo rivela la sua essenza profonda e incostante.                                                                                                                                               














martedì 1 aprile 2025

Il modello esoterico della psiche

 Il modello esoterico della psiche




Psiche

Innanzitutto nella psicologia esoterica anche il corpo ha una valenza per così dire psicologica. Il corpo infatti non è solitamente espressione dello spirito, ma ne è una delle manifestazioni. Il più comune modello esoterico occidentale di riferimento non l'unico ma sicuramente il più utile vede l'uomo interagire sui sette piani di esistenza di cui il corpo fisico ne rappresenta uno. 
Ciascuno di questi piani fu un ruolo specifico nella costituzione dell'essere umano che durante la vita ha la possibilità di interagire su tutti e sette. I Sette Piani sono divisi in due gruppi generalmente chiamati Individualità o Personalità. L'Individualità (Spirituale Superiore, Spirituale Inferiore, Mentale Superiore) è considerata la parte immortale, lo spirito che sopravvive alla morte e che può reincarnarsi: la Personalità (Mentale Inferiore, Mentale Superiore, Astrale Inferiore, Corpo), invece è la parte peritura.

Settimo Piano o Piano Spirituale Superiore
Spirito Puro o Astratto. La scintilla divina. Contiene l'energia che viene dal Grande Immanifesto. Simbolo astrologico: Sole.

Sesto piano o Piano Spirituale Inferiore. 
Spirito Concreto. Sede dell'Essere Celeste e dell'energia concentrata che assume la connotazione che darà forma all'entità. Simbolo Astrologico: Giove.

Quinto Piano o Piano Mentale Superiore
Mente Astratta. Differenziazione delle qualità e dei talenti individuali che vanno a costituire i tipi psicologici. Simbolo astrologico: Mercurio. 

Quarto Piano o Piano Mentale Inferiore
Mente Concreta. Piano delle immagini che possono essere definite e contenute nella memoria. I processi decisionali hanno luogo qui. Simbolo astrologico: Saturno. 

Terzo Piano o Piano Astrale Superiore
Emozioni Astratte. Attrazione desiderio di unione, istinti riproduttivi. Simbolo astrologico: Venere.

Secondo Piano o Piano Astrale Inferiore
Istinti e passioni. Desiderio di attrarre e di possedere. Simbolo astrologico: Marte.

Eterico – Strettamente connesso al piano corporeo, tanto da essere considerato un interpiano, rappresenta l'evanescente sete di energia di materia sottile che lega il piano fisico con i piano sottili e ne mantiene l'esistenza.  Simbolo astrologico: Luna.

Primo Piano o Piano Fisico
Materia densa, il corpo materiale. Simbolo astrologico: Terra.

Questa divisione in piani ci consente di avere un primo modello interpretativo dell'essere umano inteso come entità costituita dai corpi o strati diversi su cui è possibile agire con modi e tecniche differenti, piani strettamente interconnessi tra loro. 




venerdì 21 marzo 2025

I misteri eleusini

 I misteri eleusini






I misteri Eleusini

Sono i più conosciuti della Grecia antica. Tutti vi potevano partecipare tranne gli schiavi, gli omicidi ed i minorati fisici. Gli iniziati non dovevano imparare nessuna dottrina, ma si sottoponevano ad esperienze piuttosto paurose, piene di mistero. Agli iniziati era proibito divulgare il contenuto dei riti cui prendevano parte. I misteri si celebravano ad Eleusi (un villaggio a circa venti chilometri da Atene) in onore di Demetra, dea della Terra e di sua figlia Persefone. Si suddividevano i piccoli misteri  (che avevano una funzione introduttiva e si celebravano nel mese di Antesterione, ovvero tra febbraio e marzo) e grandi misteri (celebrati nel mese di Boedromione, cioè tra  settembre e ottobre). L'iniziazione eleusina  prevedeva due riti, detti rispettivamente della comunione e della generazione. La comunione aveva luogo dopo un digiuno purificatore di nove giorni, durante i quali l'aspirante adepto si nutriva esclusivamente di una porzione composta di erbe sacre. Tra gli iniziati ai misteri si distinguevano il mystes (colui che praticava i piccoli misteri)e l'epoples (colui che praticava i grandi misteri). 
Le cerimonie duravano tre giorni si facevano offerte agli dei del circolo esclusivo e ad altre divinità in vari templi, si danzava alla luce delle torce all'aria aperta. I veri riti mistici non impartivano una dottrina esoterica basata sul destino ultraterreno della vita umana. Ciò che li caratterizzava era <<ciò che si faceva>> nel loro svolgimento. Esigevano diversi gradi iniziatici. I sacerdoti di Eleusi si limitavano a seguire la tradizione egizia cercavano di adattarle alla loro sensibilità greca trattenendo tutta via per il loro esclusivo sapere, la parte più nascosta ed esoterica. Nei santuari pare si svolgesse la rappresentazione drammatica dell'eterno ciclo di morte e rinascita, caduta e redenzione. 
L'iniziazione ai misteri si conseguiva assistendo in assoluto silenzio al ratto di Persefone, dopo aver recitato queste parole : Noi siamo figli del buio che cercano nelle Tenebre le porte della luce. Noi ti seguiamo e Persefone nel rivedere la terra fiorita di narcisi per ritornare con te a nuova vita>>. I grandi misteri si celebravano soltanto ogni cinque anni e le feste, avevano la durata di nove giorni. Dopo aver giurato di non svelare nulla, gli iniziandi erano avvertiti che ciò a cui si accingevano, era la prova della morte e della resurrezione. Il noviziato durante tre anni, qualche volta anche quattro. Gli insegnamenti impartiti nei grandi misteri, si basavano sull'universo e sulla realtà più segreta della natura e delle cose. 
Gli antichi asserivano che gli iniziati, dopo la morte sarebbero stati più felici degli altri uomini le anime dei profani, sprofondavano nel fango e rinascevano sepolte nell'oscurità più complessa ed eterna, quelle degli iniziati volavano alle isole fortunate, soggiorno degli dei. 
Platone: lo scopo dei misteri era  ristabilire l'anima nella sua primitiva purezza, ossia in quello stato di perfezione dal quale era caduta molto tempo rima. L'iniziato ai grandi misteri riceveva il titolo di epoples, cioè <<colui che vede lòe cpse qualoi sono, senza velo>>. L'iniziato ai piccoli misteri era invece chiamato mystes termine greco connesso con il vero myo = <<chiudersi>> e con il sostantivo mysterion = <<pratica segreta, cosa nascosta e misteriosa>>). Il mistero comprende riti iniziatici concentrati su un complesso di atti simbolici e di 0rove che insegnano il corpo e lo spirito del neofita, fino a fargli provare la sensazione di morte e rinascita la nuova vita. E' la morte mistica che consente all'iniziato di misurarsi con la propria memoria e con il proprio pensiero, come se si trovasse veramente nello stato di morte fisica, senza per questo perdere la vita e la coscienza.  


giovedì 20 marzo 2025

Le vie dell'esoterismo

 Le vie dell'esoterismo





I miseri Eleusini

Sono i più conosciuti della Grecia antica. Tutti vi potevano partecipare tranne gli schiavi, gli omicidi ed i minorati fisici. Gli iniziati non dovevano imparare nessuna dottrrina, ma si sottoponevano ad esperienze piuttosto paurose, piene di mistero. Agli iniziati era proibito divulgare il contenuto dei riti cui prendevano parte. I misteri si celebravano ad Eleusi (un villaggio a circa venti chilometri da Atene) in onore di Demetra, dea della Terra e di sua figlia Persefone. Si suddividevano i piccoli misteri  (che avevano una funzione introduttiva e si celebravano nel mese di Antesterione, ovvero tra febbraio e marzo) e grandi misteri (celebrati nel mese di Boedromione, cioè tra  settembre e ottobre). L'iniziazione eleusina  prevedeva due riti, detti rispettivamente della comunione e della generazione. La comunione aveva luogo dopo un digiuno purificatore di nove giorni, durante i quali l'aspirante adepto si nutriva esclusivamente di una porzione composta di erbe sacre. Tra gli iniziati ai misteri si distinguevano il mystes (colui che praticava i piccoli misteri)e l'epoples (colui che praticava i grandi misteri). 
Le cerimonie duravano tre giorni si facevano offerte agli dei del circolo esclusivo e ad altre divinità in vari templi, si danzava alla luce delle torce all'aria aperta. I veri riti mistici non impartivano una dottrina esoterica basata sul destino ultraterreno della vita umana. Ciò che li caratterizzava era <<ciò che si faceva>> nel loro svolgimento. Esigevano diversi gradi iniziatici. I sacerdoti di Eleusi si limitavano a seguire la tradizione egizia cercavano di adattarle alla loro sensibilità greca trattenendo tutta via per il loro esclusivo sapere, la parte più nascosta ed esoterica. Nei santuari pare si svolgesse la rappresentazione drammatica dell'eterno ciclo di morte e rinascita, caduta e redenzione. 
L'iniziazione ai misteri si conseguiva assistendo in assoluto silenzio al ratto di persefone, dopo aver recitato queste parole : Noi siamo figli del buio che cercano nelle yenebre le porte della luce. Noi ti seguiamo e Persefone nel rivedere la terra fiorita di narcisi per ritornare con te a nuova vita>>. I grandi misteri si celebravano soltanto ogni cinque anni e le feste, avevano la durata di nove giorni. Dopo aver giurato di non svelare nulla, gli iniziandi erano avvertiti che ciò a cui si accingevano, era la prova della morte e della resurrezione. Il noviziato durante tre anni, qualche volta anche quattro. Gli insegnamenti impartiti nei grandi misteri, si basavano sull'universo e sulla realtà più segreta della natura e delle cose. 
Gli antichi asserivano che gli iniziati, dopo la morte sarebbero stati più felici degli altri uomini le anime dei profani, sprofondavano nel fango e rinascevano sepolte nell'oscurità più complessa ed eterna, quelle degli iniziati volavano alle isole fortunate, soggiorno degli dei. 
Platone: lo scopo dei misteri era  ristabilire l'anima nella sua primitiva purezza, ossia in quello stato di perfezione dal quale era caduta molto tempo rima. L'iniziato ai grandi misteri riceveva il titolo di epoples, cioè <<colui che vede le cose quali sono, senza velo>>. L'iniziato ai piccoli misteri era invece chiamato mystes termine greco connesso con il vero myo = <<chiudersi>> e con il sostantivo mysterion = <<pratica segreta, cosa nascosta e misteriosa>>). Il mistero comprende riti iniziatici concentrati su un complesso di atti simbolici e di 0rove che impegnano il corpo e lo spirito del neofita, fino a fargli provare la sensazione di morte e rinascita la nuova vita. E' la morte mistica che consente all'iniziato di misurarsi con la propria memoria e con il proprio pensiero, come se si trovasse veramente nello stato di morte fisica, senza per questo perdere la vita e la coscienza.  



domenica 2 febbraio 2025

La psicologia esoterica. Gli archetipi principali. Anima e animus

 La psicologia esoterica

Gli archetipi principali

Anima e animus





Anima e animus

Anima è la controparte sessuale dell'Io, l'archetipo anima/animus si realizza come anima nell'uomo e animus nella donna. Questo introduce il principio fondamentale che la psiche è androgina e che la consapevolezza di questa androginia psichica è un passo fondamentale per arrivare alla Grande Opera. Cioè la coincidentia oppositioni. L'androgino è infatti il simbolo che rappresenta la manifestazione della necessità dell'essere umano di ricostruire l'utilità della sua personalità scissa, che è un nuovo elemento di progressione nell'individuazione (cioè quel progresso che porta alla non divisione), il termine psicologico a cui gli alchimisti preferivano la parola <<conoscenza aurea>>. 
Rebus che l'Io può realizzare riunendosi all'anima e all'animus (nel caso di una dottrina), non è però una mostruosità ma è quella res – bus, cosa doppia, in cui il maschile e il femminile sono compresenti nello stesso essere e si esaltano a vicenda, mantenendo il contrasto e non neutralizzandosi. L'androgino ha entrambi gli attributi sessuali: questo a beneficio del fatto che sebbene nella nostra società la distinzione tra generi non sfumi in una neutralizzazione, ma nella possibilità che i limiti tra i generi siano più sfumati e meno netti, più valicabili, fenomeni come transessualità e transgenderismo non possono essere visti in alcun modo come 'una neutralizzazione di sessi', al contrario piuttosto come una neutralizzazione tra i confini dei sessi (biologici). Un transessuale accentua la sua femminilità più che annullare la sua mascolinità fino a farla prevalere. 




venerdì 31 gennaio 2025

La psicologia esoterica. Gli archetipi: mito e alchimia. L'Ombra

 La  psicologia esoterica

Gli archetipi: mito e alchimia

L'Ombra 





E' stata chiamata in vari modi come <<il nemico>>, o <<l'avversario>>. E£' il gemello dell'Io, il suo opposto e il suo sfidante. Le sue qualità sono quelle che l'Eroe si è trovato a conquistare nel campo di battaglia nelle sue vittorie oppure di quelle qualità negative che si sono generate nelle sconfitte o nelle grandi scelte che la vita ha imposto. 
L'Ombra custodisce tutto ciò che noi abbiamo rimosso, è il nostro ritratto al contrario, ma non delineato come l'Io permanendo nell'inconscio, l'Ombra infatti mantiene le sue caratteristiche in modo elementare, se è violenta la sua violenza non sarà sofisticata, se è paurosa, la sua paura avrà le caratteristiche del panico. La sua natura è profondamente ferina e bestiale. Spesso ci attacca nei modi più impensati, come tutti gli archetipi la sua immagine e i suoi simboli si lasciano proiettare sul mondo esterno. Quando a pelle disprezziamo violentemente una persona o una sua caratteristica, in realtà non stiamo proiettando niente altro che la nostra ombra. C'è stato un momento nella vita in cui evidentemente abbiamo dovuto <<scegliere>> e abbiamo rischiato di diventare come la persona che disprezziamo. Questa caratteristica la portiamo dentro di noi e ci viene risvegliata tutte le volte che emerge in qualcuno o in qualcosa che ci sta accanto. 
 L'ombra porta con sé tutto il rimosso, tutti i ricordi che abbiamo rifiutato, perché causa di dolore. Come il Matto della carta dei Tarocchi, che è l'opposto dialettico del Mago Io, l'Ombra porta con sé il suo sacco pieno di oggetti, immagini che non vogliamo più vedere. 
Tutte le vittorie che l'Io ottiene sull'Ombra, sono vittorie apparenti perché la pietra filosofale non nasce uscendo dalla nigredo la decomposizione, che uno dei volti con cui l'Ombra si mostra, ma trasformata, e portandosela con sé. Si parla molto dell'Ombra senza assolutamente capirla. Nei vari movimenti spirituali che tanto hanno attinto alla psicologia junghiana, l'Ombra appare come una sorta di figura mitigata, purificata dalle sue reali brutture, una sorta di animale selvatico addomesticato. Ma questa stessa modalità non è niente altro che un gioco dell'Io che rifiuta l'Ombra e allo stesso modo è un gioco dell'Ombra che una volta che potrà sedersi, quasi coccolata tra le braccia dell'Io, in quei pietosi tentativi di conciliazione tentati in alcune discipline della New Age, potrà avventarsi sull'Ego e mostrargli veramente ciò che è, terrorizzandolo una volta per tutte. 
Perché l'Ombra non si doma mai, anche affrontata essa può far parte di noi, in un momento di sospensione della coscienza, può trasformarsi ma non può perdere la sua essenza. Per l'Io questo è un momento importantissimo che gli impedisce di gonfiarsi come un pallone, e sollevarsi sulla vista del sapere, del potere dell'autoconsapevolezza. 



martedì 28 gennaio 2025

La psicologia esoterica. L'Io L'Eroe

 La psicologia esoterica

L'Io L'Eroe




L'Io L'Eroe



Odisseo, re Mida

Sebbene possa sfuggire con il nucleo centrale della coscienza, quale l'Io si rivela possa essere un archetipo, non appartenendo in realtà alle istanze dell'inconscio, ma del conscio, dobbiamo pensare che l'Io in quanto tale, già secondo alla psicanalisi freudiana, emerge dall'inconscio per costituirsi come il punto di riferimento di tutta la vita cosciente. Esso quindi è l'archetipo che originava dall'inconscio collettivo è il metallo vile che si distingue sì dalla materia, è forzata ma pur sempre vile. Il suo fondamento è la prima materia che favorisce la possib8ilità della trasformazione dell'Io è un processo complesso e che rappresenta bene nel suo contrasto con l'Ombra la storia di ciascun individuo, che con un atto eroico modella la sua personalità contro i <<mostri>> che appartengono alla sfera inconscia e che vengono combattuti e rigettati nell'abisso. 
Se il bambino secondo Melanincklein si ritrova in un mondo indifferenziato fuso con la dimensione materna, successivamente alla nascita, l'ambiente e l'ereditarietà portano l'Io a emergere dal grande mare dell'inconsapevolezza. Attraverso una serie di scelte che vengono operate in favore o contro qualcosa di battaglie vinte o perdute di tentazioni a cui si ha ceduto o a cui si ha resistito, l'Io trova la sua costituzione o la sua dimensione. Tutta la storia dell'Io è una storia di battaglie nel tentativo di conciliare le istanze più diverse da una parte quelle degli istinti e dall'altra quelle imposte dall'universo. Ciò che viene sconfitto dall'Io torna nel mare in cui l'Io stesso ha le sue radici,  e non muore, ma continua la sua vita al di sotto della soglia della coscienza per mostrarsi all'Io come l'Ombra, il nemico da sconfiggere. Non c'è dubbio che la simbologia e i miti legati alla storia degli Eroi, appartengono in precedenza alla storia dell'Io. In qualche modo tutti gli eroi devono percorrere la strada a ritroso che attraversa il ritorno consapevole nella dimensione dell'inconscio li conduce ad una trasformazione. Quale processo di individuazione è quello che l'Io – Eroe è chiamato a compiere o a tentare di compiere nella sua storia. Un Io che si sviluppa è sempre un Io eroico è un Io chiamato a realizzare la sua natura che paradossalmente è quella del suo superamento. L'Io del resto paga il prezzo della sua nascita e differenziazione in termini di isolamento, in altre parole solo e separato dal suo mondo. E' una prospettiva distorta che ciascuno di noi + chiamato a correggere, perché questa condizione mentale è in realtà una delle cause del dolore interiore che sostiene e alimenta l'Ego in una sorta di circolo vizioso . L'Io ha infatti due modi per espandersi, porsi sempre nuove mete, lottare continuamente con un nuovo mostro e nuove difficoltà rafforzando la sua armatura e le sue difese oppure decidere di affrontare le sue esperienze non semplicemente come battaglie, ma riconoscendo che i mostri che affronta sono i mostri che ha creato lui. 
Il rischio del naufragio dell'Io è ben rappresentato nella leggenda di Ulisse che secondo Dante, dopo essere arrivato ad Itaca ed avere affrontato innumerevoli mostri, non pago, si rimette in viaggio superando le colonne d'Ercole e trovando la sua fine; un Io incontenibile che non riesce a realizzarsi. Un'altra storia di naufragio dell'Io dopo aver raggiunto la sua massima espansione, è quella di re Mida, che muore di fame perché tutto ci che tocca si trasforma in oro. Questo non ci ricollega ad alcuni racconti che riguardano la pietra filosofale, Prima di arrivare a realizzare questo obiettivo, una delle fasi del processo di realizzazione del Lapis è la fase della nigredo, che rappresenta il confronto con l'Ombra. Un processo che porta al confronto con la morte simbolica dell'Io alla sua putrefazione, alla sua decomposizione. Se questo processo non è condotto nel modo corretto, integrando l'Ombra anziché cercando di distruggerla, realizzando che la sconfitta e la morte dell'Io davanti all'Ombra sono vittorie – sconfitte contro se stessi e lasciando che l'Io si apra alla sua decomposizione assieme al suo nemico, il rischio è quello di realizzare una pietra che secondo la favola più banale finisce per trasformare in oro il suo stesso utilizzatore, uccidendolo. 








La psicologia esoterica. Gli archetipi: mito e alchimia

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